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mercoledì 4 maggio 2016
La fiducia dei consumatori (aprile 2016)
Il 27 aprile scorso l'Istat (l'Istituto Nazionale di Statistica)
ha diffuso (come avviene ogni mese dal 1982) i dati mensili (riferiti
ad Aprile 2016) del clima di fiducia espresso da consumatori e
imprese. L'indice per i consumatori nel mese di aprile diminuisce
leggermente rispetto al valore registrato nel mese precedente:
passando a 114,2 da 114,9 del mese di marzo, la base 100 è
coincidente con gennaio 2010. Il dato viene determinato secondo una
precisa nota metodologica armonizzata a livello Europeo, che prevede
la raccolta, nei primi 12 giorni del mese di riferimento, dei
risultati delle interviste telefoniche effettuate con il metodo Cati
(ovvero con l'assistenza del computer durante l'intervista), rivolte
a circa 2000 persone selezionate tra gli abbonati iscritti
nell'elenco telefonico. I consumatori così individuati sono chiamati
a rispondere a nove principali domande, su cui esprimono giudizi e
attese. In particolare valutano soggettivamente la situazione
economica dell'Italia, le attese sulla disoccupazione, la situazione
economica della Famiglia, le opportunità attuali e future di
risparmio, la propensione all'acquisto di beni durevoli ed esprimono
giudizi sul proprio bilancio familiare. L'aggregazione delle
risposte, permette l'elaborazione di sottoindici che concorrono
insieme alla determinazione del clima di fiducia complessivo. Nel
dettaglio possiamo osservare che il clima economico attuale, ovvero
il giudizio espresso sullo stato dell'economia Nazionale, è in
continua flessione da inizio anno: siamo scesi a 140,5 da 142,7 di
marzo, e da 152,4 di gennaio 2016. Anche lo stato del clima
personale: il termometro che misura i giudizi e le attese sulla
propria situazione economica, volge al depresso: il dato è di poco
superiore (104,8) a quello registrato a dicembre 2015 (104,5), ma in
discesa dal picco di gennaio, quando era a 107,6: allora i
consumatori avevano una visione decisamente più ottimistica della
loro condizione patrimoniale. La fiducia riposta nel futuro è
anch'essa in calo, il suo valore è 120,2, mentre a gennaio si
attestava su un più fiducioso 127,1. In generale possiamo però
consolarci se pensiamo che il peggio sembri essere passato: le serie
storiche dell'indice, evidenziano infatti un valore stagnante su
quota 80, mantenuto per un intero anno: dall'inizio del secondo
trimestre 2012 alla fine del primo trimestre 2013, quando forse
l'instabilità politica (ricordate? Terminava il sostegno
parlamentare al Governo Monti e ci si preparava ad affrontare le
nuove elezioni politiche) aveva minato l'intero clima di fiducia
riposto dai consumatori nel sistema economico Nazionale.