Il nome scientifico del grano è
Triticum, un genere che
raggruppa più di venti specie diverse di piante e che si inserisce
nella famiglia delle Poaceae, più
nota forse come famiglia delle Graminacee. È un cerale di antica
coltura, si ritiene infatti che la sua coltivazione, localizzata
principalmente nella Mezzaluna Fertile (la regione della Mesopotamia:
comprendente le valli in cui scorrono i quattro grandi fiumi: Nilo;
Giordano; Tigri ed Eufrate), abbia dato inizio alla prima nazione
dell'antichità: i Sumeri più di 5.000 anni prima della nascita di
Cristo. La produzione mondiale di grano supera le 700 milioni di
tonnellate l'anno ed il maggiore produttore è la Cina, seguito da
India, Stati Uniti, Russia e Francia. L'Italia coltiva e raccoglie
circa 8 milioni di tonnellate di frumento, principalmente concentrate
nella provincia di Foggia, nota anche come Granaio d'Italia. Le
varietà più diffuse e coltivate nel nostro Paese, sono il Triticum
durum (grano duro) e
Triticum aestivum (grano
tenero). Il principale criterio di distinzione è la facilità di
macinazione dei cariossidi (i chicchi ndr),
che è naturalmente più facile per la varietà tenera, da cui si
ricava la farina con cui fare il pane, la pizza ed altre deliziose
specialità dolciarie da forno, mentre dalla macinazione della
qualità dura si ottiene la semola che è invece l'ingrediente base
della pasta.
Vi
propongo la ricetta degli Spaghetti
alla Carbonara (mi
scuseranno i vegetariani)
come
li preparo io, le quantità saranno volutamente trascurate perché si
dovranno proporzionare al numero di commensali invitati.
Inizio dalla pasta: scelgo il nuovo formato di spaghetti quadri, bhè
trascuro ovviamente la parte dedicata alla cottura (acqua calda
portata ad ebollizione; manciata di sale grosso e giù gli spaghetti
come fossero un mazzo di shangai), fase in cui si ha però il tempo di preparare il condimento: nella padella faccio soffriggere lo
scalogno tritato, aggiungo la pancetta affumicata tagliata a cubetti,
stempero con acqua di cottura, spolvero con peperoncino Calabrese e
lascio cuocere a fuoco lento fino all'asciugatura del fondo. Nel
frattempo sbatto le uova a cui aggiungo copiose quantità di pecorino
romano (rigorosamente Dop) grattugiato. Scolo gli spaghetti, li tuffo
nella padella con la pancetta, aggiungo le uova sbattute con il
formaggio, salto qualche secondo sul fuoco et
voilà
il piatto è servito.
Scusate la digressione miei cari lettori, ma cosa c'è di meglio
di un'applicazione pratica per capire l'importanza ed il ruolo fondamentale svolto dal grano e dai
cereali in genere, nella nostra alimentazione e nella nostra vita.
[puoi proporre
originali ricette nei commenti – grazie per la collaborazione]