Il Servizio Sanitario Nazionale
garantisce l'assistenza odontoiatrica ai bambini e ragazzi fino a 14
anni di età, alle persone con particolare vulnerabilità sanitaria e
sociale e a tutti i cittadini per il trattamento delle urgenze. Per
accedere alla prestazione è necessaria la prescrizione del medico di
famiglia […]. Così recita il sito web del Ministero della Salute,
ma in realtà quanti di noi, in caso di interventi di cura al cavo
orale, ricorrono alle strutture pubbliche? Già nel 2001 un'inchiesta
giornalistica del programma Report,
evidenziava che meno del 7% dei pazienti con problemi dentali e di
questo solo l'1%, riuscisse a portare a termine l'intero ciclo di
cure in una struttura pubblica, il servizio odontoiatrico pubblico
presenta gravi inefficienze. La realtà è che la maggior parte di
noi, quando si tratta di cure dentali, vuoi per abitudine, per
convenienza, comodità, cultura o altro, preferisce scegliere tra i
numerosissimi professionisti privati che offrono le loro prestazioni
sul libero mercato. Tali scelte determinano però ingenti costi
economico-sociali: le tariffe dei servizi odontoiatrici privati
possono superare di 5 volte quelle pubbliche Nazionali, ed il rischio
d'incappare in medici dentisti improvvisati o dal codice etico assai
discutibile è sempre più elevato.
I due casi spunto del titolo, sono due
facce della stessa deteriorata medaglia: nel primo: in Vitaldent
emergono tutte le storture e le pieghe inaspettate che può assumere
l'attività odontoiatrica in un settore privato privo di regole e
controlli; mentre il secondo mostra l'indeclinabile stile italico
votato alla corruzione ed al malaffare nella gestione dei beni e dei
servizi pubblici.
Vitaldent:
la catena di cliniche dentali più diffusa in Spagna (se ne contano
350) ed anche in Italia (100), è balzata agli onori delle cronache
per l'arresto del suo fondatore: l'uruguaiano Colman Meno Ernesto,
avvenuto il 16 febbraio 2016 in terra Iberica con l'accusa di
riciclaggio e distrazione di capitale sociale. Il modello societario
adottato anche in Italia, per l'esercizio della professione
odontoiatrica, prevede la creazione di specifiche società a
responsabilità limitata, con esiguo capitale sociale versato:
nell'ordine delle decine di migliaia di euro, che hanno lo scopo di
organizzare (affittando i locali, l'attrezzatura, assumendo il
personale amministrativo paramedico e medico ecc...) la tipica
attività di uno studio dentistico. Queste società si affiliano
mediante appositi accordi in franchising
alla
capogruppo Vitaldent e sono autorizzate ad operare sotto il noto
marchio. I guai cominciano quando la società cessa l'attività
odontoiatrica ed i pazienti che avevano già pagato in anticipo tutte
le cure/prestazioni dentali (in contanti o con l'accensione di
finanziamenti) si trovano con i lavori parzialmente o malamente
eseguiti. Cliniche di tal genere fioriscono sempre più numerose
nelle nostre città.
Smile
l'inchiesta:
qui il già vituperato sistema odontoiatrico pubblico subisce un
ulteriore declassamento qualitativo, per dirottare i pazienti verso
il sistema privato: liste d'attesa artatamente allungate e
prestazioni di infima qualità, hanno assestato il colpo di grazia ai
servizi odontoiatrici fornite dalle aziende ospedaliere Brianzole.
Artefice del marchingegno l'imprenditrice Monzese Paola Canegrati,
che grazie ad attività illecite di corruzione e concussione ai danni
del consigliere regionale Lombardo Fabio Rizzi (autore dell'attuale
riforma sanitaria Lombarda), riusciva a vincere, con le proprie
aziende, le gare di appalto per l'affidamento del servizio
odontoiatrico ospedaliero.
I
tempi sembrano maturi per illuminare pienamente il settore
odontoiatrico Nazionale e riformarlo con criteri etici, efficienti ed economici.