La settimana scorsa (mercoledì 2 marzo
2016) nel palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati,
alcuni onorevoli del Movimento 5 Stelle, hanno manifestato
pubblicamente contro lo schema di Decreto Legislativo proposto dal
Governo, con cui si recepisce nel nostro ordinamento i contenuti
della direttiva Europea 2014/17/UE sul credito ipotecario (Mortgage
Credit Directive – MCD). La
protesta si è consumata nei corridoi del palazzo: impedendo
l'accesso alla sala riunioni dei componenti della Commissione
Finanze ed in aula: nel semiciclo legislativo: determinando
l'espulsione dei dissidenti dall'attività dell'assemblea. L'oggetto
del dissenso sarebbe principalmente l'articolo 120-quinquesdecies
di nuova introduzione nel Testo
Unico Bancario (D.L.vo 385/1993), già perché la direttiva sui mutui
verrebbe adottata nel nostro Paese con l'introduzione di 14 nuovi
articoli (dal 120-quinques al
120-noviesdecies) nel
TUB. L'articolo incriminato, su cui è montata la polemica, dà
attuazione all'articolo 28 della MCD, che disciplina i casi in cui il
consumatore sia in ritardo nei pagamenti delle rate di rimborso del
credito e si proceda così all'avvio delle procedure esecutive. In
particolare le parti del contratto possono convenire, al momento
della stipula del contratto di credito o successivamente, che in caso
di inadempimento del consumatore, i proventi della vendita del bene
immobile oggetto di garanzia reale, estinguano il debito, fermo
restando il diritto del consumatore all'eccedenza eventualmente
risultante. Mentre in assenza di questa clausola dall'accordo, nel
caso i ricavi della vendita siano insufficienti alla copertura del
debito residuo, sarà il debitore obbligato al pagamento dopo 6 mesi
dalla conclusione dell'intera procedura esecutiva. Il valore
dell'immobile verrebbe stimato da un perito scelto di comune accordo
tra le parti dopo la conclamazione dello stato d'insolvenza del
consumatore. I “Grillini” sostengono che questo comma: ovvero la
possibilità di introdurre nel contratto la clausola di estinzione
del debito con la vendita della casa, faciliti le banche nell'azione
di esproprio dell'immobile in caso di inadempienza del debitore, che
potrebbero procedere alla vendita del bene senza attivare il
lunghissimo iter giudiziario. Inoltre lo stato di inadempienza si
manifesterebbe dopo il mancato pagamento di 7 rate ora corrette a 18
dopo le proteste Parlamentari.
In
realtà il provvedimento normativo (atto 256 del Governo i cui
contenuti sono sintetizzati nell'ottimo dossier del servizio studi
parlamentari) contiene tante altre disposizioni che dovrebbero
favorire il flusso informativo e la tutela dei consumatori
introducendo maggiore trasparenza nei contratti di mutuo per
l'acquisto della casa, d'altronde la finalità della Direttiva
sarebbe proprio quella di garantirci un elevato livello di
protezione.
Ora la parola passa al Senato i
cui organi consultivi dovranno esprimere un parere sull'atto
normativo prima dell'approvazione definitiva fissata per il 21 marzo
2016.