Il provvedimento del Direttore
dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, è finalmente arrivato.
Pubblicato il 24 marzo 2016 sul sito dell'Agenzia Governativa,
definisce le modalità e i termini di presentazione della
dichiarazione sostitutiva di non detenzione di alcun apparecchio Tv
per uso privato. Gli intestatari di forniture elettriche che non
possiedano alcun televisore, dovranno compilare e spedire all'Agenzia
delle Entrate – Ufficio Torino 1 – Sportello Abbonamenti TV –
Casella Postale 22 – 10121 Torino, entro il prossimo 30 aprile (se
spedito con plico raccomandato o 10 maggio se inoltrato
telematicamente), l'apposito modulo predisposto e disponibile sui
siti dell'Agenzia delle Entrate, della Rai e del Ministero
dell'Economia e delle Finanze. Eviteranno così l'addebito
dell'abbonamento alla televisione nelle bollette elettriche, che dal
prossimo Luglio (sulle quali, eccezionalmente per quest'anno, saranno
concentrate tutte e 7 le rate fin'allora scadute per complessivi 70
euro), vedranno il debutto della nuova modalità di riscossione del
canone Rai.
Il modulo si compone di 3 pagine: nella prima c'è l'informativa
sul trattamento dei dati personali; la seconda è dedicata ai dati
generali del dichiarante e nella terza si trovano il quadro A per la
dichiarazione sostitutiva di non detenzione, in cui il titolare di
utenza elettrica dichiara che in nessuna delle abitazioni in cui è
attivo un contratto elettrico a lui intestato, è detenuto un
apparecchio TV da parte di alcun componente della famiglia
anagrafica, oppure che non esista altro apparecchio oltre a quello
per cui si è già presentata (al 31 dicembre 2015) denuncia di
cessazione dell'abbonamento radio televisivo per suggellamento. Nel
quadro B invece si dichiara che il canone di abbonamento alla
televisione per uso privato non deve essere addebitato su alcuna
delle utenze elettriche intestate al dichiarante perché viene già
corrisposto sulle bollette elettriche di un altro componente della
stessa famiglia anagrafica. Per ulteriori informazioni o per
assistenza nella compilazione del modello, non esitare a contattarci
039 8943448.
Prossimo sportello: venerdì 12 novembre 2021, dalle ore 15 alle 18. Prenotati allo 039 8943448
mercoledì 30 marzo 2016
mercoledì 23 marzo 2016
Il fondo di solidarietà per le vittime del Salva Banche
Entro la fine del corrente mese di
marzo, il Ministero dell'economia e delle Finanze di concerto con
quello della Giustizia, dovrà emanare uno o più decreti con cui
definire le modalità di gestione del Fondo di Solidarietà,
istituito con la legge di stabilità 2016 al comma 855 dell'unico
articolo che la compone. Questo fondo solidale, gestito e alimentato
dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, sino a un massimo di
100 milioni di euro, erogherà prestazioni economiche in favore di
investitori che al 22 novembre 2015 (data di entrata in vigore del
cosiddetto Salva Banche D.L.183/2015 – abrogato e poi confluito
nella legge di Stabilità), detenevano strumenti finanziari
subordinati emessi dalle quattro banche risolte: Banca delle Marche
S.p.a; Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Soc. Cooperativa; Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.a e Cassa di Risparmio
della provincia di Chieti S.p.a. Tali decreti disciplineranno
inoltre: le condizioni di accesso al fondo (riservato ai
risparmiatori persone fisiche, imprenditori individuali, agricoli o
coltivatori diretti); i criteri di quantificazione delle prestazioni
determinate in importi corrispondenti alla perdita subita; le
procedure da esperire per ottenere la prestazione, che possono essere
in tutto o in parte anche di natura arbitrale e ulteriori
disposizioni per l'attuazione operativa del fondo di solidarietà.
Nel caso in cui il risparmiatore danneggiato decida di adire la
procedura arbitrale, l'erogazione della somma perduta
nell'investimento, sarà subordinata all'accertamento della
responsabilità dell'intermediario finanziario per violazione degli
obblighi di informazione, diligenza correttezza e trasparenza (previsti dal D.L.vo 58/1998 -Testo unico delle disposizioni in
materia di intermediazione finanziaria-) nell'erogazione del servizio
finanziario prestato. Sarà il Presidente del Consiglio (Matteo
Renzi) su proposta del Ministro dell'economia e delle Finanze (Pier
Carlo Padoan) previa deliberazione del Consiglio dei Ministri e
sentite le competenti Commissioni parlamentari, a nominare, con
apposito decreto, gli arbitri o a definire i loro criteri di nomina,
che saranno scelti tra persone di comprovata imparzialità,
indipendenza, professionalità e onorabilità. Nello stesso
provvedimento saranno disciplinate anche le modalità di
funzionamento del collegio arbitrale e il supporto organizzativo
funzionale all'istituto che potrà svolgersi presso organismi
arbitrali già esistenti, i cui costi operativi sarebbero coperti dal
Fondo di Solidarietà. Resta salvo il diritto al risarcimento del
danno seguendo le canoniche vie giudiziarie, ma considerando i tempi
biblici con cui la nostra giustizia civile redime le controversie, vale forse la pena tentare lo strumento di risoluzione alternativa:
la Camera Arbitrale.
mercoledì 16 marzo 2016
Le sanzioni Antitrust e i progetti per i consumatori
La legge finanziaria del 2001 (legge
388/2000), all'articolo 148 prevede che: le entrate derivanti dalle
sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità Garante della
concorrenza e il mercato (detta anche Antitrust), siano destinate ad
iniziative a vantaggio dei consumatori […]. Il Ministero del
Tesoro, con apposito decreto, destina tali proventi ad un fondo
costituito nello stato previsionale di spesa del Ministero dello
Sviluppo Economico (MSE), per essere destinati appunto ad iniziative
a favore dei consumatori, individuate di volta in volta con decreto
Ministeriale, sentito il parere delle competenti Commissioni
parlamentari (di fatto le commissioni decima: Attività produttive,
commercio e turismo, di Camera e Senato).
Il Decreto Ministeriale del 6 agosto2015 individua l'ammontare dei fondi da destinarsi a tali iniziative (25
milioni di €), e le aree di azione su cui ripartirli. 3 mln vengono
destinati alla Direzione generale per il Mercato, la Concorrenza, il
Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica (DGMCCVNT) per
svolgere attività di controllo, vigilanza del mercato e tutela dei
consumatori e sicurezza dei prodotti. La Direzione stipulerà
convenzioni con UnionCamere, Agenzia dei Monopoli e delle dogane,
Istituto Superiore di Sanità e altri enti pubblici, per la
realizzazione degli interventi previsti. 4 mln finanzieranno
l'attuazione dei diritti e delle opportunità per i consumatori
riconosciuti dalla legislazione nazionale ed Europea in materia di
ADR (Alternative Dispute Resolution), ODR
(On-line Dispute Resolution) e
rete ECC-NET (organismi di risoluzione delle controversie
transfrontaliere), in questo caso la Direzione Generale agirà in
collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli
Utenti (CNCU). I fondi per le associazioni di consumatori iscritte
nell'elenco del Ministero, per la copertura economica delle
iniziative dirette a garantire l'assistenza ai consumatori
nell'esercizio dei loro diritti, ammonteranno a 4,5 mln di €. Alle
Regioni saranno assegnati 10 mln di € ed infine 3,5 milioni di euro
verranno usati per restituire ai beneficiari le somme versate per le
cosiddette polizze dormienti.
Il direttore generale
Gianfrancesco Vecchio, il 30 settembre 2015 ha decretato le regole e le modalità di ottenimento dei finanziamenti e di
presentazione dei progetti che le Associazioni dei Consumatori
proporranno in tema di facilitazione dell'esercizio dei diritti dei
consumatori e la divulgazione della conoscenza degli strumenti di
tutela previsti dal Codice del Consumo (D.L.vo 206/2005), in accordo
con le linee guida del Decreto Ministeriale. La Commissione di
valutazione ha già attribuito un punteggio ad ogni iniziativa e
stilato la relativa graduatoria di merito di ciascun progetto, non ci resta altro da fare che avviare
le attività promesse.
mercoledì 9 marzo 2016
Direttiva Mutui: la battaglia parlamentare
La settimana scorsa (mercoledì 2 marzo
2016) nel palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati,
alcuni onorevoli del Movimento 5 Stelle, hanno manifestato
pubblicamente contro lo schema di Decreto Legislativo proposto dal
Governo, con cui si recepisce nel nostro ordinamento i contenuti
della direttiva Europea 2014/17/UE sul credito ipotecario (Mortgage
Credit Directive – MCD). La
protesta si è consumata nei corridoi del palazzo: impedendo
l'accesso alla sala riunioni dei componenti della Commissione
Finanze ed in aula: nel semiciclo legislativo: determinando
l'espulsione dei dissidenti dall'attività dell'assemblea. L'oggetto
del dissenso sarebbe principalmente l'articolo 120-quinquesdecies
di nuova introduzione nel Testo
Unico Bancario (D.L.vo 385/1993), già perché la direttiva sui mutui
verrebbe adottata nel nostro Paese con l'introduzione di 14 nuovi
articoli (dal 120-quinques al
120-noviesdecies) nel
TUB. L'articolo incriminato, su cui è montata la polemica, dà
attuazione all'articolo 28 della MCD, che disciplina i casi in cui il
consumatore sia in ritardo nei pagamenti delle rate di rimborso del
credito e si proceda così all'avvio delle procedure esecutive. In
particolare le parti del contratto possono convenire, al momento
della stipula del contratto di credito o successivamente, che in caso
di inadempimento del consumatore, i proventi della vendita del bene
immobile oggetto di garanzia reale, estinguano il debito, fermo
restando il diritto del consumatore all'eccedenza eventualmente
risultante. Mentre in assenza di questa clausola dall'accordo, nel
caso i ricavi della vendita siano insufficienti alla copertura del
debito residuo, sarà il debitore obbligato al pagamento dopo 6 mesi
dalla conclusione dell'intera procedura esecutiva. Il valore
dell'immobile verrebbe stimato da un perito scelto di comune accordo
tra le parti dopo la conclamazione dello stato d'insolvenza del
consumatore. I “Grillini” sostengono che questo comma: ovvero la
possibilità di introdurre nel contratto la clausola di estinzione
del debito con la vendita della casa, faciliti le banche nell'azione
di esproprio dell'immobile in caso di inadempienza del debitore, che
potrebbero procedere alla vendita del bene senza attivare il
lunghissimo iter giudiziario. Inoltre lo stato di inadempienza si
manifesterebbe dopo il mancato pagamento di 7 rate ora corrette a 18
dopo le proteste Parlamentari.
In
realtà il provvedimento normativo (atto 256 del Governo i cui
contenuti sono sintetizzati nell'ottimo dossier del servizio studi
parlamentari) contiene tante altre disposizioni che dovrebbero
favorire il flusso informativo e la tutela dei consumatori
introducendo maggiore trasparenza nei contratti di mutuo per
l'acquisto della casa, d'altronde la finalità della Direttiva
sarebbe proprio quella di garantirci un elevato livello di
protezione.
Ora la parola passa al Senato i
cui organi consultivi dovranno esprimere un parere sull'atto
normativo prima dell'approvazione definitiva fissata per il 21 marzo
2016.
mercoledì 2 marzo 2016
Cure odontoiatriche: da Vitaldent all'inchiesta Smile
Il Servizio Sanitario Nazionale
garantisce l'assistenza odontoiatrica ai bambini e ragazzi fino a 14
anni di età, alle persone con particolare vulnerabilità sanitaria e
sociale e a tutti i cittadini per il trattamento delle urgenze. Per
accedere alla prestazione è necessaria la prescrizione del medico di
famiglia […]. Così recita il sito web del Ministero della Salute,
ma in realtà quanti di noi, in caso di interventi di cura al cavo
orale, ricorrono alle strutture pubbliche? Già nel 2001 un'inchiesta
giornalistica del programma Report,
evidenziava che meno del 7% dei pazienti con problemi dentali e di
questo solo l'1%, riuscisse a portare a termine l'intero ciclo di
cure in una struttura pubblica, il servizio odontoiatrico pubblico
presenta gravi inefficienze. La realtà è che la maggior parte di
noi, quando si tratta di cure dentali, vuoi per abitudine, per
convenienza, comodità, cultura o altro, preferisce scegliere tra i
numerosissimi professionisti privati che offrono le loro prestazioni
sul libero mercato. Tali scelte determinano però ingenti costi
economico-sociali: le tariffe dei servizi odontoiatrici privati
possono superare di 5 volte quelle pubbliche Nazionali, ed il rischio
d'incappare in medici dentisti improvvisati o dal codice etico assai
discutibile è sempre più elevato.
I due casi spunto del titolo, sono due
facce della stessa deteriorata medaglia: nel primo: in Vitaldent
emergono tutte le storture e le pieghe inaspettate che può assumere
l'attività odontoiatrica in un settore privato privo di regole e
controlli; mentre il secondo mostra l'indeclinabile stile italico
votato alla corruzione ed al malaffare nella gestione dei beni e dei
servizi pubblici.
Vitaldent:
la catena di cliniche dentali più diffusa in Spagna (se ne contano
350) ed anche in Italia (100), è balzata agli onori delle cronache
per l'arresto del suo fondatore: l'uruguaiano Colman Meno Ernesto,
avvenuto il 16 febbraio 2016 in terra Iberica con l'accusa di
riciclaggio e distrazione di capitale sociale. Il modello societario
adottato anche in Italia, per l'esercizio della professione
odontoiatrica, prevede la creazione di specifiche società a
responsabilità limitata, con esiguo capitale sociale versato:
nell'ordine delle decine di migliaia di euro, che hanno lo scopo di
organizzare (affittando i locali, l'attrezzatura, assumendo il
personale amministrativo paramedico e medico ecc...) la tipica
attività di uno studio dentistico. Queste società si affiliano
mediante appositi accordi in franchising
alla
capogruppo Vitaldent e sono autorizzate ad operare sotto il noto
marchio. I guai cominciano quando la società cessa l'attività
odontoiatrica ed i pazienti che avevano già pagato in anticipo tutte
le cure/prestazioni dentali (in contanti o con l'accensione di
finanziamenti) si trovano con i lavori parzialmente o malamente
eseguiti. Cliniche di tal genere fioriscono sempre più numerose
nelle nostre città.
Smile
l'inchiesta:
qui il già vituperato sistema odontoiatrico pubblico subisce un
ulteriore declassamento qualitativo, per dirottare i pazienti verso
il sistema privato: liste d'attesa artatamente allungate e
prestazioni di infima qualità, hanno assestato il colpo di grazia ai
servizi odontoiatrici fornite dalle aziende ospedaliere Brianzole.
Artefice del marchingegno l'imprenditrice Monzese Paola Canegrati,
che grazie ad attività illecite di corruzione e concussione ai danni
del consigliere regionale Lombardo Fabio Rizzi (autore dell'attuale
riforma sanitaria Lombarda), riusciva a vincere, con le proprie
aziende, le gare di appalto per l'affidamento del servizio
odontoiatrico ospedaliero.
I
tempi sembrano maturi per illuminare pienamente il settore
odontoiatrico Nazionale e riformarlo con criteri etici, efficienti ed economici.
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