I più autorevoli organi d'informazione
economico finanziaria, da alcuni anni, ci raccontano le vicende che
hanno tracciato e tuttora segnano la storia della più nota banca
territoriale del Nord-Est: Veneto Banca. Questa Banca popolare,
originariamente organizzata nella forma di società cooperativa per
azioni, è stata fondata a Montebelluna (Tv) nel 1877 ed è stata
protagonista, durante la sua crescita aziendale, sviluppatasi
prevalentemente nella seconda metà del secolo scorso, di importanti
acquisizioni di istituti di credito Italiani ed esteri. L'espansione
economica della società, costellata, come detto, da una forte
propensione all'incorporazione di altre banche, è stata guidata,
nella sua gestione pluriennale (dal 1997 al 2014), da Flavio Trinca
nel ruolo di presidente del Consiglio di Amministrazione e da
Vincenzo Consoli in quello di Amministratore Delegato della banca.
Gli splendidi anni duemila hanno macinato una montagna di ricchezza,
distribuita tra i soci a suon di continui aumenti di valore del
prezzo dell'azione deliberato ad ogni scadenza di assemblea annuale, con la contestuale distribuzione d'ingenti dividendi come
fossero coriandoli. Sì perché il costo delle azioni Veneto Banca
S.c.p.a., classificati dalla Consob tra il gruppo di strumenti
finanziari diffusi tra il pubblico ma non quotati sul mercato
regolamentato (sulla Borsa Valori), era determinato dal Consiglio di
Amministrazione della Banca e sottoposto all'approvazione
dell'assemblea dei soci. Le azioni erano negoziate all'interno
dell'Istituto e raggiunsero la maggiore diffusione nel 2012, quando
alla fine dell'anno, risultarono iscritti sul libro soci della Banca
62.389 persone, detenenti azioni valutate 40,75 € ciascuna: il
massimo valore mai raggiunto.
Il declino. Il sole sopra
l'istituto Veneto ha smesso di splendere nei primi giorni di agosto
2013, quando un'ispezione dell'Organo di Vigilanza della Banca
d'Italia, ha rilevato una sovra valutazione dei crediti esigibili
iscritti nel bilancio della banca, ed ha imposto una loro rettifica,
che avrà ovvie ripercussioni negative sullo stato patrimoniale della
società cooperativa. Il 2014 è l'anno in cui diventano operative le
regole di vigilanza Europee volte alla creazione di un'Unione
Bancaria continentale sottoposta allo stretto controllo della Banca
Centrale Europea, a cui la Veneto Banca dovrà sottostare per
l'importante ruolo rappresentato all'interno dell'intero sistema
creditizio. Gli indicatori economici di riferimento imposti dalla Bce
sono stringenti ed impongono alla banca un aumento di capitale e
l'aggregazione con altri Istituti creditizi. Il risultato netto di
bilancio, nel 2014, risulta in rosso per 96,1 milioni di euro ed il
valore dell'azione viene diminuito a 39,50 €. L'assemblea dei soci cambia la governance della
società: Francesco Favotto diventa il nuovo presidente di Veneto
Banca, ed il nuovo C.d.A. interamente rinnovato: Crisitano Carrus
sostituirà Vincenzo Consoli nel ruolo di A.d., avrà il compito di attuare il nuovo piano
industriale denominato Progetto Serenissima e costituito da tre
principali linee guida: trasformazione societaria: dalla forma
cooperativa a quella canonica per azioni (da S.c.p.a a S.p.a);
aumento di capitale per 1 miliardo di euro e contestuale quotazione
sul mercato telematico della borsa valori. Con questi propositi da
attuare nel 2016, il 2015 viene archiviato con un valore azionario di
30,50 € e la notizia trapelata dalla Procura della Repubblica di
Roma, dell'avvio di un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza a
carico di Trinca e Consoli con l'accusa di aggiotaggio ed ostacolo
all'attività di vigilanza.
La
cronaca recente. Nell'assemblea
dei soci convocata per il 19 dicembre 2015 viene approvata la
trasformazione societaria in Società per Azioni, ed è conferito
mandato al C.d.A di aumentare il capitale sociale di almeno 1
miliardo di euro entro il primo semestre 2016. Il 5 maggio scorso, in
occasione dell'annuale sessione per l'approvazione di bilancio,
l'assemblea ha certificato una perdita pari a 882 mln € ed il 30
giugno, il fondo Atlante (fondo mobiliare chiuso) gestito dalla
S.g.R. (società di gestione del risparmio) Quaestio Capital
Management, è diventato il maggior azionista di Veneto Banca con il
97,64 % del capitale azionario ed ha incaricato un nuovo C.d. A.,
presieduto da Beniamino Anselmi, in cui Cristiano Carrus ha mantenuto
la poltrona di consigliere delegato. La perdita certificata nella
relazione semestrale di cassa (al 30 giugno 2016) si attesta a 259
mln €: in miglioramento rispetto alla precedente gestione annuale.
Il prossimo 16 novembre sarà convocata un'assemblea straordinaria
dei soci per deliberare l'azione di responsabilità nei confronti dei
vecchi amministratori: Trinca e Consoli in
primis .