Nella prossima legge di stabilità (la
norma che detta le disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato), il canone della Rai sarà
ridotto a 100 euro dagli attuali 113,50 e sarà addebitato
direttamente nella bolletta elettrica. Per la verità attualmente di
sicuro c'è solo l'annuncio diffuso pubblicamente dal premier
Matteo Renzi nella sua intervista rilasciata al programma In Mezz'ora
di Lucia Annunziata dello scorso 4 ottobre, perché il provvedimento
normativo, che si trova ora nella sua forma di Disegno di Legge,
dovrà essere esaminato ed approvato dal Parlamento e solo dopo
questo vaglio diventerà legge.
Il canone Rai è un'imposta sulla
detenzione di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione
dei programmi televisivi, istituita con il Regio Decreto Legge n.246
del 21 febbraio 1938. La richiesta del suo pagamento è basata sulla
presunzione che in ogni abitazione sia presente almeno un televisore.
L'ammontare dell'evasione di questa tassa, è stimato intorno ai 600
milioni di euro.
L'idea dell'addebito in bolletta ha già
trovato fermi oppositori tra i produttori e fornitori di energia
elettrica riuniti nell'associazione di categoria Assoelettrica, che
tramite il proprio presidente Chicco Testa, ha espresso tutte le
avversità alla proposta, che delineerebbe un ruolo di riscossore
d'imposte incompatibile per le aziende elettriche, dedite ad
un'attività di tutt'altra natura. Anche le associazioni dei
consumatori esprimono la loro contrarietà alla nuova modalità di
riscossione del canone, che si complicherebbe ulteriormente nel caso
di stati di morosità e d'insolvenza dei consumi elettrici, inoltre
non è sempre vero che ad ogni utenza elettrica corrisponda il
possesso di una televisione e ancora: come si potrà scorporare la
quota di canone da quella dell'elettricità nel caso di mancato
possesso dell'apparecchio o di disdetta?
La mia opinione in merito è che la
tassa sia ingiusta e che finanzi esclusivamente un servizio pubblico
dai connotati sempre più simili a quello privato. La legge di
riforma della Rai dovrebbe essere l'oggetto vero del dibattito e solo
dopo si potrebbero valutare le forme del suo finanziamento.