La battaglia condotta dalle compagnie
telefoniche contro le delibere sanzionatorie assunte dall'Autorità
per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nei loro confronti, si
sta combattendo da quasi due anni nelle aule della Giustizia
Amministrativa: tra ricorsi al famigerato TAR del Lazio e appelli
presentati al Consiglio di Stato.
L'ultima ordinanza pronunciata dal
massimo organo della giustizia amministrativa: il Consiglio di Stato,
è stata pubblicata nella data odierna (20 marzo 2019), e ha lo scopo
di prorogare al 21 maggio 2019, giorno in cui tornerà a riunirsi la
sesta sezione giurisdizionale, la misura cautelare posta da
un'ordinanza precedente, in cui si concede alle parti attrici (le
quattro compagnie Telefoniche sanzionate dai provvedimenti
dell'Agcom: TIM; Fastweb; Wind-Tre e Vodafone) la possibilità di
procrastinare i rimborsi per gli utenti.
La questione annosa è quella della
periodicità di fatturazione delle bollette telefoniche, che a
partire dal 2015, con susseguente cadenza temporale, le principali
aziende di telefonia, hanno attuato: ovvero la riduzione a 28 giorni
per il periodo intercorrente tra l'emissione della fattura e la
seguente.
Questo accorgimento avrebbe determinato
un enorme vantaggio per le aziende di comunicazioni elettroniche,
aggravando però i costi per gli utenti, che di fatto si sarebbero
visti addebitare un conto in più all'anno (la tredicesima per le
compagnie), con un aumento della spesa telefonica annua di circa
l'8,6% .
L'agcom, con una sua delibera di marzo
2017 aveva; infatti imposto alle aziende una periodicità di
fatturazione almeno mensile, e obbligato le stesse ad adeguarsi al
provvedimento dal 23 giugno seguente.
L'autorità, successivamente, aveva
rilevato l'inottemperanza delle compagnie telefoniche al suo
provvedimento e le aveva perciò sanzionate con ordinanze ingiunzioni
della fine del 2017. Le sanzioni avrebbero previsto il pagamento di
una “multa” per circa 1 milione di euro per azienda e un
indennizzo per i suoi clienti calcolato sui giorni di canone non
fruiti dal 23 giugno 2017 fino al giorno di adeguamento della
fatturazione mensile.
Il ricorso al Tar da parte delle compagnie ha ottenuto l'effetto
di una riduzione delle sanzioni, e il differimento dell'emissione
delle fatture senza alcun indennizzo monetario, ossia: i giorni di
mancata fruizione del servizio se la fatturazione fosse stata
mensile, verranno scalati dal periodo fatturato nella prima bolletta
emessa alla fine del processo amministrativo, salvo che il Consiglio
di Stato sentenzi diversamente.