La nostra favolosa cultura del buon cibo ha risonanza in tutte le parti del globo, tanto che i nostri prodotti sono tra i più imitati al mondo e destinati alla fascia di estimatori più raffinati. In occasione dell'assemblea nazionale di Coldiretti (la prima associazione Nazionale di imprenditori agricoli) ad Expo, è stato pubblicato uno studio elaborato dall'ente, in cui si evidenzia che un quarto dei Paesi rappresentati all'esposizione Universale di Milano, commercializza prodotti che richiamano nei marchi (e solo in quelli perché la qualità è totalmente inconfrontabile con quella degli originali), le nostre produzioni più famose, confondendo i meno avvezzi tra i consumatori stranieri. Dal Parmesan Russo al Caffè Mafiozzo Bulgaro, passando per i Tortelloni con polenta Austriaci e gli Chapagetti Coreani, senza dimenticare il Barbera ed il Chianti Bianco venduti in Romania e Svezia rispettivamente e la squisita Zottarella Tedesca, sfregiano il vero Made in Italy che Roberto Moncalvo (presidente dell'associazione) quantifica in 60 mld € il fatturato derivante da falsificazione e contraffazione dei veri prodotti Made in Italy. Secondo Paolo De Castro (Commissione Agricoltura e sviluppo rurale Parlamento Europeo) l'unica strada da percorrere per ottenere garanzie sul rispetto dei veri marchi e prodotti Italiani al di fuori dell'Unione è quella dei negoziati commerciali con i singoli Paesi.
Nel frattempo, miei cari lettori, non fatevi tentare: il Gorgonzillo non è un'esotica varietà di Gorgonzola.