Il quadro economico nazionale dipinto dai dati diffusi
periodicamente dall'Istat, disegna un Paese in affanno, fermo,
scoraggiato: in declino. L'inflazione langue intorno allo 0,2%. Nel
mese di aprile 2015, come rilevato dall'Istituto di statistica con il
valore pubblicato lo scorso 13 maggio, l'indice dei prezzi al consumo
registra un aumento di quest'entità, mentre la sua proiezione
annuale si attesta su una diminuzione dello 0,1% come nei due mesi
precedenti: è il quarto mese consecutivo che l'indice generale
registra una flessione su base annua. Le cose come detto, non vanno
affatto bene, si consideri che tra gli obiettivi della Banca Centrale
Europea c'è quello di stabilizzare il parametro inflattivo al 2%,
questo valore dell'indice dei prezzi è considerato indicativo di una
buona situazione economica e quello registrato nel nostro Paese è di
dieci volte inferiore. Secondo l'Istat questa persistente diminuzione
sarebbe dovuta al calo dei prezzi di beni energetici, di trasporti e
delle comunicazioni. L'elaborazione degli indici dei prezzi al
consumo: il Nic (relativo all'intera collettività) il Foi (per i
consumi registrati dalle famiglie di operai ed impiegati) e l'Ipca
(armonizzato per i Paesi Europei), avviene su rilevazioni
territoriali di prezzo dei beni e dei servizi riuniti in uno
specifico paniere. Sono 80 i comuni che concorrono alla rilevazione
territoriale dell'indice: 19 capoluoghi di regione e 61 capoluoghi di
provincia.
La fiducia dei consumatori assume come base di partenza il valore
100 del 2010 e l'ultimo dato disponibile di aprile 2015 diminuisce a
108,2 dal mese precedente in cui era 110,7. Il generale clima di
fiducia dei consumatori espresso anche dai sotto indici che lo
compongono: quello economico, personale, corrente e futuro registrano una generale diminuzione: i consumatori Italiani sono sfiduciati:
ritengono che l'attuale stato di salute economico sia precario.
L'indice viene determinato sottoponendo a 2000 abbonati sorteggiati
dall'elenco telefonico e selezionati uniformemente su base
territoriale, una serie di domande attraverso le quali possano
esprimere il loro giudizio sulla situazione economica della famiglia,
le opportunità di risparmio attuali e future, la propensione
all'acquisto di beni durevoli e giudizi sul bilancio familiare. Si
respira il clima di una crisi che dura ormai dal 2007 e da cui il
nostro Paese stenta ad uscirne. Per maggiori approfondimenti sul tema vi rimando al sito Istat
dove gli appassionati di statistica potranno soddisfare tutte le loro
curiosità.