L'indice nazionale dei prezzi al
consumo per l'intera collettività (NIC), compresi i tabacchi,
registra un aumento annuale (2012/2011) del 3% (fonte Istat).
Premessa metodologica: cos'è il
NIC? Com'è calcolato? Quest'indice
misura l'inflazione dell'intero sistema economico, ovvero considera
l'intera comunità come un'unica grande famiglia di consumatori. La
rilevazione dei prezzi avviene su base territoriale ed è riferita ad
un paniere di prodotti (che viene aggiornato annualmente) raggruppati
in 12 divisioni (dagli alimentari ai trasporti, passando per i costi
energetici e i servizi sanitari ecc...). Nel 2012 i dati sono stati
registrati in 42.000 unità di rilevazione sparse su 84 comuni di cui
20 capoluoghi di Regione e 64 di Provincia. Ciascuna divisione di
prodotti ha poi un suo specifico peso ponderato sull'intero indice:
gli alimentari e le bevande analcoliche pesano per il 16%; i
trasporti incidono al 15% e l'abitazione, l'acqua, l'elettricità ed
i combustibili per il 10,5%. La ponderazione è anche territoriale,
per esempio la Lombardia pesa per il 19% nel calcolo dell'indice. La
base di riferimento è il 2010, in cui l'indice stesso assume valore
100. Variazioni annuali precedenti partono dalla base 100 del 1995.
Aumenti
dell'indice nelle principali divisioni di spesa.
L'incremento maggiore, nell'anno appena concluso, si registra sui
prezzi dei beni energetici (elettricità, combustibili: benzina e
gasolio anche per riscaldamento), che incide per circa il 10% sul
paniere della spesa e raggiunge il valore di 7,1%. I trasporti
invece, che pesano il 15%, rilevano un aumento del NIC pari a 6,5%.
Sui tabacchi e gli alcolici, che contano per il 3% dell'intero
paniere, si arriva a quota 5,9%. L'unica divisione in diminuzione è
quella delle Comunicazioni (-1,5%) incidenti però solo il 2,5% sulla
spesa familiare. Infine gli alimentari registrano un incremento del
2,5%.
Conclusioni.
La
fotografia statistica sommariamente scattata (per un maggiore
dettaglio Vi rimando al sito Istat: navigherete nel meraviglioso mare
dei dati statistici), conferma il costante aumento tendenziale dei
prezzi al consumo, che si perpetua ormai da alcuni anni. Purtroppo la
sua entità, supera quella delle retribuzioni che aumentano invece di
circa la metà (1,5%) e questa discrepanza determina il generale
impoverimento registrato dalla maggioranza dei consumatori. Mi
sarebbe piaciuto analizzare i dati disaggregati per Provincia, ma
sono assenti, tuttavia ci sono altri elementi utili per inquadrare
statisticamente il nostro territorio, considerando anche ulteriori
aspetti oltre a quelli consumeristici. Commenti, spunti e
suggerimenti sono graditi.