Il 21 settembre è la giornata
mondiale per la lotta all'Alzheimer, una malattia degenerativa che
colpisce le cellule cerebrali inducendo nel malato uno stato di
demenza. Non esistono ancora farmaci in grado di debellare la
malattia, che può essere al momento solo rallentata. In Italia sono
più di un milione e duecentomila le persone con demenze e nella
nostra provincia (quella di Monza e Brianza) se ne contano 7.298 over
65enni, di cui circa 5.000 affetti da Alzheimer. Nella maggioranza
dei casi i malati sono difficilmente accudibili a domicilio dal
proprio nucleo familiare perché richiedono una costante e permanente
assistenza e cura, così, spesso, si decide per il ricovero in
apposite strutture attrezzate: le Residenze Sanitarie Assistenziali
(RSA).
Le strutture socio-sanitarie, nel
nostro Paese, sono 6.526 di cui il 77% risultano private accreditate
ed il restante 23% pubbliche. Tra esse si annoverano sia quelle
sanitarie-assistenziali, in cui si erogano anche prestazioni
sanitarie, che quelle puramente assistenziali in cui trovano invece
ricovero anziani autosufficienti bisognosi solo di socialità. Nelle
prime (quelle socio-sanitarie) le prestazioni mediche sono a carico
del Sistema Sanitario Nazionale, mentre il malato paga solo il costo
della quota di soggiorno per vitto e alloggio: la cosiddetta quota
alberghiera. Tale quota parte potrà essere corrisposta, dipende dai
casi, dal Comune di residenza sottoforma di contributo, proporzionato
all'Isee del ricoverato, il cui metodo di calcolo è stato
recentemente modificato.
Il costo della retta giornaliera del
ricovero in RSA deve essere a carico esclusivamente del ricoverato,
sostiene l'avvocato Giovanni Franchi di Confconsumatori Parma, le
strutture non possono rivalersi sugli obbligati per legge (ovvero i
parenti fino al quarto grado) nel caso d'indigenza del malato stesso, ma
nella maggior parte dei casi ai familiari viene fatta
sottoscrivere una “promessa di pagamento” che avrà efficacia in
caso le sostanze dell'assistito diventassero insufficienti. Questo in
linea generale per tutti i ricoveri, ma c'è di più: secondo
l'avvocato Franchi; infatti i malati di Alzheimer ed i loro parenti
non dovrebbero versare alcuna retta alle RSA, lo stabilisce una
sentenza della Corte di Cassazione (la n. 4.558 del 2012), che ha
ribadito come nel caso dell'Alzheimer le prestazioni
socio-assistenziali siano inscindibili da quelle sanitarie e perciò
tutto il costo del ricovero dovrebbe essere erogato dal Sistema
Sanitario Nazionale.
Per affermare questo principio tuttavia
è necessario agire giudizialmente contro la RSA e la nostra
associazione può assistervi nell'impresa, chissà che l'eco di
questa battaglia possa arrivare nei palazzi degli organi legislativi
ed indurli così a modificare le norme sulla materia.