mercoledì 2 marzo 2016

Cure odontoiatriche: da Vitaldent all'inchiesta Smile

Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l'assistenza odontoiatrica ai bambini e ragazzi fino a 14 anni di età, alle persone con particolare vulnerabilità sanitaria e sociale e a tutti i cittadini per il trattamento delle urgenze. Per accedere alla prestazione è necessaria la prescrizione del medico di famiglia […]. Così recita il sito web del Ministero della Salute, ma in realtà quanti di noi, in caso di interventi di cura al cavo orale, ricorrono alle strutture pubbliche? Già nel 2001 un'inchiesta giornalistica del programma Report, evidenziava che meno del 7% dei pazienti con problemi dentali e di questo solo l'1%, riuscisse a portare a termine l'intero ciclo di cure in una struttura pubblica, il servizio odontoiatrico pubblico presenta gravi inefficienze. La realtà è che la maggior parte di noi, quando si tratta di cure dentali, vuoi per abitudine, per convenienza, comodità, cultura o altro, preferisce scegliere tra i numerosissimi professionisti privati che offrono le loro prestazioni sul libero mercato. Tali scelte determinano però ingenti costi economico-sociali: le tariffe dei servizi odontoiatrici privati possono superare di 5 volte quelle pubbliche Nazionali, ed il rischio d'incappare in medici dentisti improvvisati o dal codice etico assai discutibile è sempre più elevato.
I due casi spunto del titolo, sono due facce della stessa deteriorata medaglia: nel primo: in Vitaldent emergono tutte le storture e le pieghe inaspettate che può assumere l'attività odontoiatrica in un settore privato privo di regole e controlli; mentre il secondo mostra l'indeclinabile stile italico votato alla corruzione ed al malaffare nella gestione dei beni e dei servizi pubblici.
Vitaldent: la catena di cliniche dentali più diffusa in Spagna (se ne contano 350) ed anche in Italia (100), è balzata agli onori delle cronache per l'arresto del suo fondatore: l'uruguaiano Colman Meno Ernesto, avvenuto il 16 febbraio 2016 in terra Iberica con l'accusa di riciclaggio e distrazione di capitale sociale. Il modello societario adottato anche in Italia, per l'esercizio della professione odontoiatrica, prevede la creazione di specifiche società a responsabilità limitata, con esiguo capitale sociale versato: nell'ordine delle decine di migliaia di euro, che hanno lo scopo di organizzare (affittando i locali, l'attrezzatura, assumendo il personale amministrativo paramedico e medico ecc...) la tipica attività di uno studio dentistico. Queste società si affiliano mediante appositi accordi in franchising alla capogruppo Vitaldent e sono autorizzate ad operare sotto il noto marchio. I guai cominciano quando la società cessa l'attività odontoiatrica ed i pazienti che avevano già pagato in anticipo tutte le cure/prestazioni dentali (in contanti o con l'accensione di finanziamenti) si trovano con i lavori parzialmente o malamente eseguiti. Cliniche di tal genere fioriscono sempre più numerose nelle nostre città.
Smile l'inchiesta: qui il già vituperato sistema odontoiatrico pubblico subisce un ulteriore declassamento qualitativo, per dirottare i pazienti verso il sistema privato: liste d'attesa artatamente allungate e prestazioni di infima qualità, hanno assestato il colpo di grazia ai servizi odontoiatrici fornite dalle aziende ospedaliere Brianzole. Artefice del marchingegno l'imprenditrice Monzese Paola Canegrati, che grazie ad attività illecite di corruzione e concussione ai danni del consigliere regionale Lombardo Fabio Rizzi (autore dell'attuale riforma sanitaria Lombarda), riusciva a vincere, con le proprie aziende, le gare di appalto per l'affidamento del servizio odontoiatrico ospedaliero.
I tempi sembrano maturi per illuminare pienamente il settore odontoiatrico Nazionale e riformarlo con criteri etici, efficienti ed economici.