mercoledì 9 marzo 2016

Direttiva Mutui: la battaglia parlamentare

La settimana scorsa (mercoledì 2 marzo 2016) nel palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, alcuni onorevoli del Movimento 5 Stelle, hanno manifestato pubblicamente contro lo schema di Decreto Legislativo proposto dal Governo, con cui si recepisce nel nostro ordinamento i contenuti della direttiva Europea 2014/17/UE sul credito ipotecario (Mortgage Credit Directive – MCD). La protesta si è consumata nei corridoi del palazzo: impedendo l'accesso alla sala riunioni dei componenti della Commissione Finanze ed in aula: nel semiciclo legislativo: determinando l'espulsione dei dissidenti dall'attività dell'assemblea. L'oggetto del dissenso sarebbe principalmente l'articolo 120-quinquesdecies di nuova introduzione nel Testo Unico Bancario (D.L.vo 385/1993), già perché la direttiva sui mutui verrebbe adottata nel nostro Paese con l'introduzione di 14 nuovi articoli (dal 120-quinques al 120-noviesdecies) nel TUB. L'articolo incriminato, su cui è montata la polemica, dà attuazione all'articolo 28 della MCD, che disciplina i casi in cui il consumatore sia in ritardo nei pagamenti delle rate di rimborso del credito e si proceda così all'avvio delle procedure esecutive. In particolare le parti del contratto possono convenire, al momento della stipula del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore, i proventi della vendita del bene immobile oggetto di garanzia reale, estinguano il debito, fermo restando il diritto del consumatore all'eccedenza eventualmente risultante. Mentre in assenza di questa clausola dall'accordo, nel caso i ricavi della vendita siano insufficienti alla copertura del debito residuo, sarà il debitore obbligato al pagamento dopo 6 mesi dalla conclusione dell'intera procedura esecutiva. Il valore dell'immobile verrebbe stimato da un perito scelto di comune accordo tra le parti dopo la conclamazione dello stato d'insolvenza del consumatore. I “Grillini” sostengono che questo comma: ovvero la possibilità di introdurre nel contratto la clausola di estinzione del debito con la vendita della casa, faciliti le banche nell'azione di esproprio dell'immobile in caso di inadempienza del debitore, che potrebbero procedere alla vendita del bene senza attivare il lunghissimo iter giudiziario. Inoltre lo stato di inadempienza si manifesterebbe dopo il mancato pagamento di 7 rate ora corrette a 18 dopo le proteste Parlamentari.
In realtà il provvedimento normativo (atto 256 del Governo i cui contenuti sono sintetizzati nell'ottimo dossier del servizio studi parlamentari) contiene tante altre disposizioni che dovrebbero favorire il flusso informativo e la tutela dei consumatori introducendo maggiore trasparenza nei contratti di mutuo per l'acquisto della casa, d'altronde la finalità della Direttiva sarebbe proprio quella di garantirci un elevato livello di protezione.
Ora la parola passa al Senato i cui organi consultivi dovranno esprimere un parere sull'atto normativo prima dell'approvazione definitiva fissata per il 21 marzo 2016.