venerdì 28 aprile 2017

Dichiarazione dei redditi 2017: donaci il tuo 5 per mille

S'incammina verso il traguardo del terzo anno la dichiarazione dei redditi precompilata e si arricchisce di nuove voci di spesa da portare direttamente in detrazione come quelle sostenute per l'acquisto di farmaci, per le visite sanitarie presso psicologi, ottici, radiologi e per i costi delle ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica effettuate sulle parti comuni del condominio e comunicate all'Agenzia delle Entrate dagli amministratori.
Il 730 precompilato è consultabile on-line nell'area riservata del sito dell'Agenzia Fiscale, a cui è possibile accedere con la Carta Nazionale dei Servizi (a patto di possedere idoneo lettore elettronico) oppure tramite SPID (il nuovo Sistema Pubblico di Identità Digitale) o ancora con i consueti Pin e/o password dei servizi web. La dichiarazione dei redditi 2017 (riferita ai compensi percepiti nel 2016) è disponibile per la sola lettura dallo scorso 18 aprile, mentre dal prossimo 2 maggio sarà modificabile ed integrabile con eventuali dati mancanti. Il 24 luglio 2017 sarà la data di scadenza fissata per il suo invio.
L'anno scorso (precompilata 2016 – redditi 2015) sono stati circa 19 milioni i contribuenti destinatari del modello dichiarativo già compilato, a cui si sono aggiunti, come anche per quest'anno, i restanti 16 milioni utilizzatori del modello Redditi (ex Unico), che fanno perciò stimare in 30 milioni complessivi i componenti della platea di cittadini-contribuenti percettori di reddito su cui calcolare le imposizioni fiscali. Nel 2016, dicevamo, come dichiarato dall'Agenzia delle Entrate in un suo Comunicato Stampa del 27 luglio 2016, 2 milioni di contribuenti hanno trasmesso il modello autonomamente e nella geografia di utilizzo del servizio a livello provinciale spicca la nostra provincia: Monza e Brianza dove il 16,8% dei cittadini ha scelto questo modo innovativo per adempiere ai propri obblighi fiscali. Vedremo quest'anno quale sarà il tasso di gradimento che riscuoterà questa semplice modalità di adempimento dichiarativo giunta ormai al terzo anno di sperimentazione.
Sul finire vi ricordo, miei cari lettori, di sostenere le nostre attività di consulenza e tutela dei diritti dei consumatori, destinandoci il vostro 5 per mille: CONFCONSUMATORI LOMBARDIA c.f.97295970152

mercoledì 26 aprile 2017

Tariffe di Roaming, addio dal 15 giugno 2017

Dal 15 giugno 2017 si potranno utilizzare i propri dispositivi mobili negli spostamenti all'interno dell'UE pagando lo stesso prezzo che nel proprio paese di origine, ovvero il roaming alle tariffe nazionali.
Il roaming (sostantivo di origine inglese – to roam – che tradurremmo letteralmente con il verbo girovagare, vagare) è l'accordo tra due operatori fornitori del servizio di telefonia mobile, operanti in paesi diversi, in base al quale gli utenti di una società possono utilizzare la rete delle altre.
Prima che la Commissione Europea regolasse il mercato delle tariffe internazionali (con il Regolamento 717 del 2007), i costi che un viaggiatore continentale poteva sostenere per effettuare telefonate con il proprio telefono mobile da un Paese all'altro, variavano notevolmente in funzione della nazionalità raggiunta. Per cercare di uniformare tali spese e nell'ottica di raggiungere una connessione continentale, la Commissione Europea, ha cominciato, appunto nel 2007, a regolare la giungla delle tariffe di roaming, fissando dei “tetti” massimi per questi costi, sia per il consumatore al dettaglio (retail), che per le aziende all'ingrosso (wholesale). Successivi e susseguenti provvedimenti regolatori (come i Regolamenti Ue 531 e 1203 del 2012), hanno ulteriormente ridotto le tariffe di roaming regolamentate: nel 2007 una chiamata internazionale mobile in uscita sarebbe costata 0,49 €/min, ora dal prossimo 15 giugno costerà 0,032 €/min. Un centesimo sarà il costo per SMS inviato mentre per il traffico dati la riduzione sarà più graduale: nell'arco di 5 anni; infatti dal costo di 7,7 €/GB del 15 giugno 2017, si arriverà a 2,5 €/GB dal I gennaio 2022. Tali spese saranno conteggiate come utilizzo nazionale dello smartphone nel caso di opzioni tariffarie a pacchetto.
La regolazione dei prezzi internazionali avrebbe, secondo autorevoli osservatori economici, svolto un importante ruolo nella diminuzione generale delle tariffe telefoniche, in barba a tutti i detrattori delle funzioni e delle potestà legislative in capo alla vituperata Unione Europea.
Infine per i più curiosi, segnalo un simulatore (excel) in grado di confrontare i costi di alcune tariffe a pacchetto offerte dai 28 Stati membri dell'Unione.

lunedì 24 aprile 2017

Prenotazione delle vacanze on-line

Trascorsa la Pasqua ed i brevi “ponti” festivi collegati alle imminenti ricorrenze Istituzionali (25 aprile, I maggio e 2 giugno), che consentono la pianificazione di viaggi e soggiorni “mordi e fuggi”, il prossimo traguardo di riposo dalle fatiche lavorative, e che consentirà una programmazione di più ampio respiro, sarà l'arrivo delle tanto attese ferie estive
La prenotazione delle vacanze avviene sempre più frequentemente attraverso la consultazione di siti web che offrono servizi di comparazione tra i vari elementi costitutivi di un pacchetto turistico. Grazie proprio a questi moderni strumenti, il consumatore può costruirne uno adatto e personalizzato alle proprie specifiche esigenze: dalla scelta di prenotazione del volo a quella dell'alloggio e di tutte le altre tipiche componenti che formano il viaggio.
Nell'ambito delle politiche di rafforzamento della tutela dei consumatori Europei, sviluppate dal Dipartimento Giustizia, Consumatori e Parità di Genere della Commissione Europea e guidato dalla Commissaria Věra Jourová, sono svolti periodicamente i cosiddetti SWEEPS, ovvero delle analisi (screening per usare il termine Inglese) sul rispetto della normativa Europea in ambito consumeristico da parte dei siti web attivi nel continente. L'ultimo monitoraggio effettuato all'inizio di ottobre 2016 e pubblicato lo scorso 7 aprile (2017), ha analizzato la conformità di 352 siti web specializzati nell'offerta di servizi per la comparazione di viaggi e per la prenotazione degli stessi, operanti in 26 paesi della UE più Norvegia ed Islanda. L'analisi ha rilevato che solo 117 (dei 352 monitorati) hanno superato l'esame di conformità e trasparenza della legge Europea, mentre il restante 67 % (235 siti: due terzi del totale) è stato segnalato per ulteriori approfondimenti. I principali tipi di problemi emersi hanno riguardato il prezzo delle offerte, le informazioni, ed il metodo di copertura delle comparazioni. Nel 32,1% dei casi (113 siti) il prezzo presentato nella lista di confronto tra le offerte è risultato diverso da quello finale calcolato all'atto della prenotazione. In altri 106 il metodo di calcolo per ottenere l'ammontare del prezzo finale è stato poco chiaro. Per 91 siti web l'ingannevole disponibilità limitata dell'offerta lascia il dubbio se questa limitazione sia propria del portale o dell'offerente stesso, introducendo un certo grado di scorrettezza commerciale nella stipula contrattuale. Infine molti websites presentano difetti informativi tra cui quelli basilari d'identificazione e localizzazione dello stabilimento di soggiorno. Il prossimo passo sarà quello di contattare i referenti dei siti irregolari per invitarli a regolarizzarsi, diversamente le autorità Nazionali preposte alla tutela dei consumatori (in Italia l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) avvieranno procedimenti amministrativi e giudiziari.
Perciò miei cari lettori, quando comprate viaggi on-line seguite questi 7 semplici consigli della Commissione Europea e minimizzerete il rischio che insorgano problemi: 1) Il venditore del servizio di viaggio è contattabile? 2) Hai tutte le informazioni che ti servono sul volo, sull'Hotel ecc..? 3) Sai esattamente quanto ti costerà il servizio? 4) Hai qualche diritto di rimborso se cancelli la tua prenotazione? 5) I termini contrattuali sono consultabili facilmente? 6) Hai riscontrato problemi? 7) Cosa è previsto se il tuo volo ritarda?
Occhio alla penna e buon viaggio.

mercoledì 5 aprile 2017

Veneto Banca – aggiornamento [aprile 2017]

Il caso Veneto Banca e quello della sua cugina Popolare di Vicenza, sono l'ultimo emblema (in ordine di tempo) di risparmio tradito. Per farla breve, i numerosi risparmiatori azionisti della Banca di Montebelluna (nata con la forma della Società Cooperativa e trasformatasi alla fine del 2015 in società per azioni), acquistavano azioni, classificate dalla Consob tra gli strumenti finanziari largamente diffusi tra gli investitori ma illiquidi, a prezzi (deliberati direttamente dal Consiglio di Amministrazione) superiori ai 35 euro/azione, e raggiungevano il loro valore massimo alla fine del 2012, quando venivano vendute a 40,75 €/azione.
Poi... il declino.
La pessima gestione finanziaria dell'Istituto di credito, ha causato la costante e annuale chiusura dei bilanci in perdita ed il conseguente deprezzamento dei valori azionari, fino al varo del necessario aumento di capitale, indispensabile alla sopravvivenza della società stessa. Aumento di capitale formalizzatosi il 30 giugno 2016 con la svalutazione delle 114 milioni di azioni già collocate, e trasformate in “Nuove Azioni” all'irrisorio valore attuale di 0,10 €/azione, in più, questa operazione societaria, è avvenuta con l'emissione di 9,88 miliardi circa di nuove azioni, sottoscritte per l'equivalente di 988 milioni di euro dal Fondo Atlante, che è divenuto così il principale azionista della Banca, con una partecipazione al capitale sociale  pari al 97,64 %.
Per gli investitori un' immane svalutazione e perdita di valore dell'azione, calcolata intorno al 99%. Tradotto in altri termini: chi avesse investito in questi strumenti finanziari nel corso dell'ultimo decennio, dopo il I luglio 2016 avrebbe visto quasi azzerato il suo patrimonio.
Da qui, il nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca, si è impegnato nel risanamento e rilancio dell'Istituto, avallando l'azione di responsabilità (deliberata dall'assemblea dei soci il 16 novembre 2016) contro i precedenti amministratori, e promuovendo tra gli azionisti (75 mila) un'offerta di transazione, ovvero di rimborso pari al 15 % della perdita teorica stimata.
Nel comunicato stampa del 28 marzo 2017, la Banca ha annunciato di aver registrato un'ampia adesione all'offerta proposta: 54.359 azionisti (pari al 73 % circa del totale) e si è detta pronta a rinunciare alla condizione sospensiva del raggiungimento dell'80%, per dare corso agli indennizzi promessi.
Intanto il bilancio 2016 registra un segno rosso per 1,5 miliardi di euro ed il vero risanamento (leggi ricapitalizzazione) procederà ricorrendo alle garanzie pubbliche possibili con il Decreto Salva Risparmio, sempre che gli organi di vigilanza (Banca d'Italia, BCE e Commissione Europea) rilascino il loro assenso. L'evoluzione della vicenda è tutta in divenire, si prospetta anche un'imminente fusione con la Popolare di Vicenza.
Gli azionisti rimasti fuori dalla transazione perché privi dei requisiti o perché contrari nei termini a questa magra consolazione, potranno adire le vie legali nel caso ricorrano inadempimenti regolamentari nella negoziazione dei titoli azionari. Ciascun caso potrà essere valutato dai nostri avvocati. Prenota l'appuntamento al nostro sportello.