mercoledì 29 novembre 2017

Liquidazione Coatta Amministrativa – Veneto Banca e Pop Vicenza

Avevamo lasciato in sospeso il caso delle due banche Venete, in attesa che si esplicitassero gli effetti delle decisioni governative assunte alla fine del mese di giugno ultimo scorso. Con il Decreto Legge 99 del 25 giugno 2017 poi convertito nella Legge 121 del 31 luglio 2017, il Governo e il Parlamento avevano disposto la Liquidazione Coatta Amministrativa (LCA) della Banca Popolare di Vicenza S.p.a e di Veneto Banca S.p.a.
Il patrimonio rimasto dopo la cessione delle attività ad Intesa Sanpaolo, verrà ripartito e liquidato tra i creditori aventi diritto secondo la procedura normata dagli articoli 80 e seguenti del Testo Unico Bancario (TUB – D.L.vo 385/1993) combinato, quando compatibile, con la legge fallimentare. Senza la pretesa di svolgere un compendio sulla materia, ma con un puro fine divulgativo, proveremo ad affrontare le varie fasi e le scadenze temporali che segneranno l'intero processo liquidatorio.
L'avvio della procedura di liquidazione bancaria avviene in generale con l'emanazione di un provvedimento del Ministro dell'Economia e delle Finanze su proposta della Banca d'Italia. Nel nostro caso i Decreti Ministeriali del 25 giugno 2017 numeri 185 (per Popolare Vicenza) e 186 (per Veneto Banca), hanno segnato l'inizio della liquidazione dei due istituti di credito. Gli organi della procedura nominati dalla Banca d'Italia sono rappresentati da uno o più commissari liquidatori e dal comitato di sorveglianza composto da tre o cinque membri al cui interno viene eletto il presidente. I primi assumono la rappresentanza legale della banca ed esercitano tutte le azioni ad essa spettanti comprese le operazioni di liquidazione, mentre il secondo assiste i commissari nell'esercizio delle loro funzioni e ne controlla l'operato.
Dopo l'insediamento degli organi della procedura di liquidazione, gli stessi avviano l'accertamento del passivo. Nel nostro caso specifico, siccome la cessione delle attività delle due Banche Venete a Intesa Sanpaolo, è stata subordinata allo svolgimento di una più accurata due diligence cioè una più dettagliata ricognizione dello stato patrimoniale delle banche cedenti, conclusasi salvo proroghe lo scorso 15 novembre 2017; i termini di: un mese per comunicare a tutti i creditori le somme risultanti a loro credito e quello di sessanta giorni per tutti gli altri aventi diritto, decorreranno dalla data che i liquidatori pubblicheranno in un prossimo comunicato stampa. Trascorsi tali termini, i commissari liquidatori, presenteranno alla Banca d'Italia l'elenco dei creditori ammessi alla procedura e le somme loro riconosciute e l'elenco di quelli invece a cui sia stata negata ogni pretesa.
Una volta liquidato l'attivo, gli organi della procedura procederanno alla restituzione dei beni e al riparto delle somme tra i creditori secondo un ordine prioritario definito dalle norme.
I risparmiatori che hanno investito in strumenti finanziari emessi dalle due banche Venete, riceveranno un diverso trattamento: nel caso siano obbligazionisti detentori di titoli subordinati, potranno ricevere un ristoro dal Fondo di Solidarietà istituito per le quattro banche risolte (Banca Etruria & Co.), mentre gli azionisti dovranno prima agire giudizialmente per ottenere la nullità dalla compravendita delle azioni e poi, in caso di sentenza favorevole, presentare il diritto di credito allo stato passivo della liquidazione. Un'auspicabile decisione politica inserita come emendamento nella prossima legge finanziaria (mi permetto di suggerire) potrebbe alleggerire il peso delle enormi perdite subite dai piccoli azionisti e alleviargli le pene di quello che sembra presentarsi come un tortuoso percorso giudiziario.