mercoledì 9 dicembre 2020

Operazione cashless (senza contanti)


Limitare l'uso del contante nelle transazioni economico finanziarie, può avere numerose e rilevanti finalità lagalitarie. Prima fra tutte, risulterebbe utile per il contrasto all'evasione fiscale (ogni anno, secondo le valutazioni della commissione Giovannini, in Italia, sono evasi circa 35 miliardi di imposte sul valore aggiunto – Iva), poi rappresenterebbe sicuramente un argine al dilagare delle attività illecite agite dalla criminalità organizzata (in cui tipicamente, gli scambi economici illegali avvengono in denaro contante), ed infine sarebbe un'ulteriore misura di contrasto al terrorismo, le cui azioni sono finanziate in moneta sonante.
La possibilità di tracciare i pagamenti, mediante l'uso di strumenti elettronici, quali le carte di pagamento (di debito o credito) e altri sistemi digitali come la diffusione di applicazioni informatiche, è senza dubbio il principale strumento di contrasto all'illegalità.
L'Italia è tra i Paesi Europei, in cui la maggior parte dei pagamenti avviene in contanti, e le raccomandazioni del Consiglio Europeo per l'anno in corso, sono tra le altre, quella di limitarne proprio l'uso. Il Governo Italiano, ha deciso di attuare questa limitazione, con due strumenti: quella di porre una soglia limite al trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi, che dal I luglio 2020 è di 2.000 euro e dal I gennaio 2022, si ridurrà a mille; e con l'incentivazione dell'uso della moneta elettronica (il piano cashless).
Questa lunga premessa per introdurre e illustrare il nuovo piano governativo d'incentivo all'uso dei pagamenti elettronici, pubblicizzato all'inizio del mese con il roboante ed esotico termine di Cashback (soldi indietro, nella traduzione più prosaica). Il meccanismo, differenziato in tre fasi, ha lo scopo di restituire fino a 300 euro annui su almeno 100 transazioni fatte con le carte di credito, debito e app.
Il lancio dell'iniziativa, che ha per il momento trovato grossi ostacoli tecnici, calendarizzato per l'8 dicembre 2020: è il CashBack di Natale: la prima fase. Con almeno 10 pagamenti saldati attraverso l'uso della moneta elettronica, fino al 31 dicembre 2020, si può maturare la restituzione di massimo 150 euro. Viene applicato lo sconto del 10% sul valore di ogni transazione fino al limite di 15 euro. Perciò per ottenere indietro la somma massima prevista, in questa prima fase sperimentale; di 150 euro, si dovranno fare almeno 10 pagamenti di 150 euro ciascuno, diversamente si riceverà l'accredito della somma degli sconti accumulati.
L'attuazione dell'incentivo prevede l'uso dell'applicazione IO: l'app dei servizi pubblici a cui accedere con la propria identità digitale (spid) o carta d'identità elettronica. Qui si registrano le carte o gli altri sistemi di pagamento abilitati, e l'Iban del conto corrente su cui verranno accreditati gli sconti accumulati con le transazioni economiche, finalizzate all'acquisto di beni e servizi in locali fisici (sono esclusi quelli on-line).
A regime, la seconda fase, ovvero dal I gennaio 2021, si prevede che l'accredito degli sconti accumulati, avverrà semestralmente fino ad un massimo di 150 euro a semestre per almeno 50 transazioni elettroniche effettuate. Infine, terza fase, tra i primi 100 mila partecipanti all'iniziativa, che nell'arco del semestre abbiano fatto il numero più alto di pagamenti tracciabili, potranno ricevere il Super Cash Back di 1.500 euro.