mercoledì 24 gennaio 2018

“Leggi l'etichetta: c'è l'origine del latte”

Leggi l'etichetta: c'è l'origine del latte, è la campagna informativa avviata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (guidato dal Ministro Maurizio Martina), per pubblicizzare l'emanazione di un DecretoMinisteriale congiunto al Ministero dello Sviluppo Economico (Ministro Carlo Calenda), che imponga ai produttori e commercianti di latte e suoi prodotti derivati, l'indicazione in etichetta dell'origine del latte: ovvero il paese in cui è avvenuta la mungitura e quello in cui si è trasformato l'alimento caseario venduto.
L'imposizione, che rappresenta un utile strumento informativo per i consumatori, che possono scegliere così: con maggiore consapevolezza il prodotto acquistato; trae origine dal Regolamento Europeo n.1169/2011 UE relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Il Decreto Interministeriale che ne è derivato del 9 dicembre 2016, individua l'ambito di applicazione: sono soggetti all'indicazione del paese di mungitura tutti i tipi di latte (vaccino, bufalino, ovino-caprino, d'asina e di altra origine animale); sia fresco che a lunga conservazione e i prodotti derivati quali burro, yogurt e altre tipiche creme di latte fermentate nonché formaggi, latticini e cagliate.
L'indicazione in etichetta, che dovrà seguire le linee guida emanate dallo stesso ministero, del paese di mungitura del latte, seguirà la dicitura: “paese di mungitura” e quello in cui è avvenuta la trasformazione o il condizionamento sarà indicato nella sezione: “Paese di condizionamento o di trasformazione”. Nel caso in cui i due paesi (leggi: stati Europei) coincidano: ovvero mungitura e trasformazione sono avvenuti in un unico paese, sarà sufficiente indicare: “origine del latte”. Infine le generiche diciture: “latte di Paesi UE” e “non UE” indicheranno se le operazioni di mungitura siano avvenute in più paesi Europei o esterni al mercato unico rispettivamente, e così per la trasformazione: “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” o “non UE”.
Da febbraio (promettono al ministero) sapremo il paese di origine del grano con cui viene prodotta la pasta e dove è coltivato il riso commercializzato e a giugno toccherà ai derivati del pomodoro.