mercoledì 29 giugno 2016

Miele, Api e Apicoltori

Per l'incipit di questo post ho scelto la citazione già richiamata sul sito istituzionale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf), nella sezione dedicata alla filiera delle Api e del miele, da cui ho iniziato il percorso informativo per la redazione di questo articolo, attribuita al padre dell'Entomologia (la scienza che studia il comportamento degli insetti): il naturalista Francese Jean-Henri Fabre (1823 – 1915), e che recita così: “Il miele è un miracolo combinato dell'alleanza tra le api – il più evoluto degli insetti – e i fiori – la più bella rappresentazione ed espressione del mondo vegetale”. Già perché le api non potrebbero vivere senza i fiori e più di diecimila specie di piante si sarebbero già estinte senza la preziosa e fondamentale funzione d'impollinazione svolta da questo incredibile insetto.
Il miele è un alimento prodotto dalla api, risultato dall'elaborazione di sostanze zuccherine che l'insetto raccoglie in natura: dal nettare prodotto dalle piante da fiori, alla melata: la secrezione di alcuni afidi che si nutrono della linfa degli alberi. In Italia si produce una grande varietà di miele, il Mipaaf ne ha censiti 81 tipi diversi, il più diffuso è senz'altro quello di acacia, seguito dal millefiori, tiglio, castagno, tarassaco, rododendro, ciliegio e da produzioni di nicchia come quello derivato dalla marasca carsica, dalla vegetazione della barena veneziana, dall'elicriso lucchese-pisano o dal carrubo ibleo. Complessivamente la produzione annuale si aggira sui 23 milioni di kili.
Il nome scientifico dell'Ape italiana è Apis Mellifera Ligustica Spinola costituisce la società animale più studiata ed ammirata, una società matriarcale formata da numerosi individui appartenenti a tre caste tutte alate. In un alveare (che gli apicoltori alloggiano in arnie), di norma vivono una regina (unica femmina fertile) e da 40 a 100 mila api operaie (femmine sterili) destinate al mantenimento e alla difesa della colonia, e solo nel periodo tra aprile e luglio sono presenti da 500 a 2000 maschi (detti fuchi) destinati esclusivamente alla riproduzione. La specie è polimorfica perché le tre caste hanno una morfologia diversa tra loro.
Gli apicoltori sono invece gli uomini che allevano questi straordinari insetti, li riconosci quando sono all'opera: durante le visite periodiche ai loro alveari o quando è il momento della smielatura, perché indossano una tuta protettiva dalle dolorose punture dell'ape, che li fa somigliare ad astronauti e poi li trovi avvolti nelle immancabili nubi di fumo che servono per “tranquillizzare” le famiglie di insetti quando gli si avvicinano, che gli conferiscono quest'aurea spaziale. Si organizzano nella FAI: la Federazione degli Apicoltori Italiani.
L'argomento è naturalmente più vasto di così, e questo vuole essere solo uno spunto per approfondirlo.

mercoledì 22 giugno 2016

Green Network di nuovo nel mirino dell'Antitrust

Green Network, la società venditrice di energia elettrica e gas attiva sul mercato Italiano dell'energia dal 2003, fondata da Piero Saulli (ex manager Enel) e dalla moglie Sabrina Corbo, che si appresterebbe a sbarcare anche sul mercato Inglese e che punterebbe all'obiettivo di raggiungere 400 mila clienti nei due mercati energetici; è finita nuovamente tra le grinfie dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Questa volta l'Antitrust, nella sua adunanza dell'8 giugno 2016, ha contestato alla società energetica la violazione dell'articolo 27 comma 12 del Codice del Consumo (D.L.vo 206/2005): ovvero l'inottemperanza alle disposizioni ed ai provvedimenti impartiti con una sua precedente delibera la n.25708 dell'11 novembre 2015 in cui l'Istituzione regolatoria intimava a Green Network l'immediata cessazione di pratiche commerciali considerate scorrette. Le modalità di procacciamento dei clienti attraverso i canali teleselling (telefonici) e door to door (porta a porta) sono risultate in palese violazione dei diritti dei consumatori, spesso dando avvio a forniture non richieste ed anche l'informativa per l'esercizio del diritto di recesso (applicabile ai casi dei contratti stipulati fuori dai locali commerciali: quelli cioè negoziati a distanza) è risultata carente ed opaca, limitando appunto l'azione di autotutela dei consumatori medesimi.
Per questi ed altri motivi l'Autorità ha sanzionato Green Network al pagamento di complessivi 340 mila euro ed ora, considerato che le attività di pratiche commerciali scorrette sarebbero continuate, rischia un'ulteriore sanzione amministrativa compresa tra 10 mila e 5 milioni di euro, il cui ammontare sarà determinato in base all'entità del fatturato della società.
I fondi derivanti dall'irrogazione di queste sanzioni finanziano i progetti per la tutela dei consumatori, attuati dalle loro associazioni rappresentative tramite anche le istituzioni Regionali. Perciò il consiglio è quello di segnalare ogni comportamento scorretto all'Autorità Garante della Concorrenza e del mercato attraverso il numero verde 800 166 661 o mediante gli altri canali messi a disposizione dallo Sportello Antitrust.

mercoledì 15 giugno 2016

L'abolizione della TASI per l'abitazione principale

La provvidenziale legge di stabilità 2016, quella che detta le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, l'ormai famigerata Legge n.208/2015, apporta alcune importanti modifiche ad un'altra Legge di Stabilità: quella del 2014, che introduceva nel nostro ordinamento la IUC (l'imposta Unica Comunale).
Prima però di addentrarci negli impenetrabili aspetti tecnici della normativa, possiamo fare un rapido sforzo mnemonico ed inquadrare il ritratto politico allora tracciato. Il breve (per durata) governo Letta (Enrico) svolgeva la sua azione esecutiva dopo il tormentato insediamento seguito alle Elezioni politiche del 24 Febbraio 2013, a loro volta indette alla fine dell'esperienza risanatrice operata dal governo dei tecnici guidato dell'osannato professor Monti (Mario) in carica da novembre del 2011, e la prova della Stabilità rappresentava il primo vero e concreto atto politico della nuova guida governativa.
Iniziamo dalle attuali modifiche e ricordiamo la data del 16 giugno come quella in cui avveniva il versamento della prima rata della TASI (la Tassa sui Servizi Indivisibili erogati dal Comune), da quest'anno abolita per le abitazioni principali. Dal I gennaio 2016, da quando è in vigore la legge di Stabilità, il comma 14 lettera b (dell'unico articolo che la compone), ha sostituito il comma 669 della legge di Stabilità 2014 (la 147 del 2013 anch'essa formata da un singolo articolo), che disciplina il presupposto impositivo della TASI. Il comma riformato recita testualmente: “il presupposto è:  il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo, di fabbricati ed aree edificabili, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli e dell'abitazione principale […] escluse quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 ovvero abitazioni di tipo signorile, ville, palazzi storici ed artistici e castelli. Prima della modifica erano esclusi dal pagamento del balzello i soli terreni agricoli.
Quel fondamentale atto legislativo (la legge di Stabilità 2014) elaborato dal governo Letta segnava, almeno nelle intenzioni, la correzione al primo provvedimento proposto dall'esecutivo Monti nella forma di Decreto Legge (il numero 201 del 6 dicembre 2011), ribattezzato Salva Italia, in cui insieme ad altre misure e disposizioni per il risanamento dei conti pubblici e per il rilancio della crescita economica del Paese, ve ne era una, regolata dall'articolo 13, che prevedeva l'introduzione sperimentale dell'Imposta Municipale Propria (IMU), a decorrere dal I gennaio 2012 e fino all'intero 2014; il cui presupposto impositivo sarebbe stato proprio quello di possedere immobili compresa l'abitazione principale e le pertinenze ad essa collegata.
L'istituzione della IUC (l'Imposta unica Comunale) avrebbe escluso l'imposizione IMU sulle abitazioni principali, ma introdotto il pagamento della TASI per esse, a cui si sarebbe aggiunta la TARI (la Tassa per la raccolta dei Rifiuti). Ora invece l'ultima legge di stabilità (2016) ha destrutturato totalmente la composizione della IUC: escludendo dalla sua determinazione, almeno per le abitazioni principali, la TASI, perciò l'unica componente che la costituisce è rimasta la TARI, i cui criteri determinativi (ammontare, modalità di calcolo ecc...) sono demandati all'emanazione di regolamenti comunali da approvare nel rispetto delle linee guida tracciate dalle norme Nazionali.

mercoledì 8 giugno 2016

Mutui a tasso variabile e la clausola floor

Gli intestatari di un contratto di mutuo a tasso variabile, considerati gli attuali valori dei saggi d'interesse a cui essi sono indicizzati, stanno beneficiando di una considerevole diminuzione dell'ammontare della loro rata periodica. L'Euribor (Euro Interbank Offered Rate cioè il tasso interbancario a cui le banche si prestano denaro tra loro), considerato ed utilizzato nella quasi totalità dei contratti di mutuo a tasso variabile (a 1 mese, 3 mesi, 6 e 1 anno), è sprofondato in territorio negativo. In particolare la soglia psicologica del suo valore nullo (lo zero) è stata superata verso il basso, per la prima volta, all'inizio della primavera dello scorso anno (2015) e attualmente (maggio 2016) il suo valore ad 1 mese si attesta a -0,35%, mentre quello a 3 mesi è a -0,26%. Questi valori negativi incidono positivamente, per il consumatore, nel calcolo della rata variabile del mutuo, perché decrementa il tasso d'interesse complessivo pattuito, che comprende appunto il tasso interbancario di riferimento (Euribor) a cui viene sommato il cosiddetto spread bancario: il margine di guadagno vero e proprio dell'intermediario creditore. La somma algebrica dei due valori considerati, erode proprio questo ultimo parametro (lo spread) generando la nota condizione di favore per il mutuatario.
Le banche sono subito corse ai ripari, introducendo nei nuovi contratti di mutuo una specifica clausola detta del floor (pavimento in inglese): ovvero se l'indice di riferimento interbancario, dovesse risultare negativo, questo verrebbe considerato semplicemente nullo, nel calcolo del tasso d'interesse da applicare alla determinazione della rata del mutuo, senza incidere ne scalfire l'intero valore dello spread. Per la verità risultano casi in cui questo floor sia stato surrettiziamente ed arbitrariamente applicato (senza cioè che fosse specificato esplicitamente nelle clausole contrattuali disciplinanti il rapporto di mutuo) da alcune banche, tanto che è risultata necessaria l'emanazione di una comunicazione da parte della Banca d'Italia (l'organismo di controllo del settore) indirizzata agli intermediari creditizi il 3 febbraio 2016, in cui si invitano gli intermediari a rispettare scrupolosamente la normativa e la trasparenza nonché la puntuale applicazione delle clausole contrattuali pattuite con la clientela, l'aggiornamento e la verifica degli applicativi utilizzati nel calcolo delle rate.
Perciò miei cari lettori, se avete in corso un mutuo a tasso variabile e notate che l'ammontare della rata non abbia beneficiato delle favorevoli diminuzioni dei tassi, non esitate! fissate un appuntamento per valutare insieme le condizioni contrattuali del mutuo.