mercoledì 30 marzo 2016

Canone Rai: istruzioni e modello per la dichiarazione sostitutiva

Il provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, è finalmente arrivato. Pubblicato il 24 marzo 2016 sul sito dell'Agenzia Governativa, definisce le modalità e i termini di presentazione della dichiarazione sostitutiva di non detenzione di alcun apparecchio Tv per uso privato. Gli intestatari di forniture elettriche che non possiedano alcun televisore, dovranno compilare e spedire all'Agenzia delle Entrate – Ufficio Torino 1 – Sportello Abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino, entro il prossimo 30 aprile (se spedito con plico raccomandato o 10 maggio se inoltrato telematicamente), l'apposito modulo predisposto e disponibile sui siti dell'Agenzia delle Entrate, della Rai e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Eviteranno così l'addebito dell'abbonamento alla televisione nelle bollette elettriche, che dal prossimo Luglio (sulle quali, eccezionalmente per quest'anno, saranno concentrate tutte e 7 le rate fin'allora scadute per complessivi 70 euro), vedranno il debutto della nuova modalità di riscossione del canone Rai.
Il modulo si compone di 3 pagine: nella prima c'è l'informativa sul trattamento dei dati personali; la seconda è dedicata ai dati generali del dichiarante e nella terza si trovano il quadro A per la dichiarazione sostitutiva di non detenzione, in cui il titolare di utenza elettrica dichiara che in nessuna delle abitazioni in cui è attivo un contratto elettrico a lui intestato, è detenuto un apparecchio TV da parte di alcun componente della famiglia anagrafica, oppure che non esista altro apparecchio oltre a quello per cui si è già presentata (al 31 dicembre 2015) denuncia di cessazione dell'abbonamento radio televisivo per suggellamento. Nel quadro B invece si dichiara che il canone di abbonamento alla televisione per uso privato non deve essere addebitato su alcuna delle utenze elettriche intestate al dichiarante perché viene già corrisposto sulle bollette elettriche di un altro componente della stessa famiglia anagrafica. Per ulteriori informazioni o per assistenza nella compilazione del modello, non esitare a contattarci 039 8943448.

mercoledì 23 marzo 2016

Il fondo di solidarietà per le vittime del Salva Banche

Entro la fine del corrente mese di marzo, il Ministero dell'economia e delle Finanze di concerto con quello della Giustizia, dovrà emanare uno o più decreti con cui definire le modalità di gestione del Fondo di Solidarietà, istituito con la legge di stabilità 2016 al comma 855 dell'unico articolo che la compone. Questo fondo solidale, gestito e alimentato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, sino a un massimo di 100 milioni di euro, erogherà prestazioni economiche in favore di investitori che al 22 novembre 2015 (data di entrata in vigore del cosiddetto Salva Banche D.L.183/2015 – abrogato e poi confluito nella legge di Stabilità), detenevano strumenti finanziari subordinati emessi dalle quattro banche risolte: Banca delle Marche S.p.a; Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Soc. Cooperativa; Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.a e Cassa di Risparmio della provincia di Chieti S.p.a. Tali decreti disciplineranno inoltre: le condizioni di accesso al fondo (riservato ai risparmiatori persone fisiche, imprenditori individuali, agricoli o coltivatori diretti); i criteri di quantificazione delle prestazioni determinate in importi corrispondenti alla perdita subita; le procedure da esperire per ottenere la prestazione, che possono essere in tutto o in parte anche di natura arbitrale e ulteriori disposizioni per l'attuazione operativa del fondo di solidarietà.
Nel caso in cui il risparmiatore danneggiato decida di adire la procedura arbitrale, l'erogazione della somma perduta nell'investimento, sarà subordinata all'accertamento della responsabilità dell'intermediario finanziario per violazione degli obblighi di informazione, diligenza correttezza e trasparenza (previsti dal D.L.vo 58/1998 -Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria-) nell'erogazione del servizio finanziario prestato. Sarà il Presidente del Consiglio (Matteo Renzi) su proposta del Ministro dell'economia e delle Finanze (Pier Carlo Padoan) previa deliberazione del Consiglio dei Ministri e sentite le competenti Commissioni parlamentari, a nominare, con apposito decreto, gli arbitri o a definire i loro criteri di nomina, che saranno scelti tra persone di comprovata imparzialità, indipendenza, professionalità e onorabilità. Nello stesso provvedimento saranno disciplinate anche le modalità di funzionamento del collegio arbitrale e il supporto organizzativo funzionale all'istituto che potrà svolgersi presso organismi arbitrali già esistenti, i cui costi operativi sarebbero coperti dal Fondo di Solidarietà. Resta salvo il diritto al risarcimento del danno seguendo le canoniche vie giudiziarie, ma considerando i tempi biblici con cui la nostra giustizia civile redime le controversie, vale forse la pena tentare lo strumento di risoluzione alternativa: la Camera Arbitrale.

mercoledì 16 marzo 2016

Le sanzioni Antitrust e i progetti per i consumatori

La legge finanziaria del 2001 (legge 388/2000), all'articolo 148 prevede che: le entrate derivanti dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità Garante della concorrenza e il mercato (detta anche Antitrust), siano destinate ad iniziative a vantaggio dei consumatori […]. Il Ministero del Tesoro, con apposito decreto, destina tali proventi ad un fondo costituito nello stato previsionale di spesa del Ministero dello Sviluppo Economico (MSE), per essere destinati appunto ad iniziative a favore dei consumatori, individuate di volta in volta con decreto Ministeriale, sentito il parere delle competenti Commissioni parlamentari (di fatto le commissioni decima: Attività produttive, commercio e turismo, di Camera e Senato).
Il Decreto Ministeriale del 6 agosto2015  individua l'ammontare dei fondi da destinarsi a tali iniziative (25 milioni di €), e le aree di azione su cui ripartirli. 3 mln vengono destinati alla Direzione generale per il Mercato, la Concorrenza, il Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica (DGMCCVNT) per svolgere attività di controllo, vigilanza del mercato e tutela dei consumatori e sicurezza dei prodotti. La Direzione stipulerà convenzioni con UnionCamere, Agenzia dei Monopoli e delle dogane, Istituto Superiore di Sanità e altri enti pubblici, per la realizzazione degli interventi previsti. 4 mln finanzieranno l'attuazione dei diritti e delle opportunità per i consumatori riconosciuti dalla legislazione nazionale ed Europea in materia di ADR (Alternative Dispute Resolution), ODR (On-line Dispute Resolution) e rete ECC-NET (organismi di risoluzione delle controversie transfrontaliere), in questo caso la Direzione Generale agirà in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU). I fondi per le associazioni di consumatori iscritte nell'elenco del Ministero, per la copertura economica delle iniziative dirette a garantire l'assistenza ai consumatori nell'esercizio dei loro diritti, ammonteranno a 4,5 mln di €. Alle Regioni saranno assegnati 10 mln di € ed infine 3,5 milioni di euro verranno usati per restituire ai beneficiari le somme versate per le cosiddette polizze dormienti.
Il direttore generale Gianfrancesco Vecchio, il 30 settembre 2015 ha decretato le regole e le modalità di ottenimento dei finanziamenti e di presentazione dei progetti che le Associazioni dei Consumatori proporranno in tema di facilitazione dell'esercizio dei diritti dei consumatori e la divulgazione della conoscenza degli strumenti di tutela previsti dal Codice del Consumo (D.L.vo 206/2005), in accordo con le linee guida del Decreto Ministeriale. La Commissione di valutazione ha già attribuito un punteggio ad ogni iniziativa e stilato la relativa graduatoria di merito di ciascun progetto, non ci resta altro da fare che avviare le attività promesse.

mercoledì 9 marzo 2016

Direttiva Mutui: la battaglia parlamentare

La settimana scorsa (mercoledì 2 marzo 2016) nel palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, alcuni onorevoli del Movimento 5 Stelle, hanno manifestato pubblicamente contro lo schema di Decreto Legislativo proposto dal Governo, con cui si recepisce nel nostro ordinamento i contenuti della direttiva Europea 2014/17/UE sul credito ipotecario (Mortgage Credit Directive – MCD). La protesta si è consumata nei corridoi del palazzo: impedendo l'accesso alla sala riunioni dei componenti della Commissione Finanze ed in aula: nel semiciclo legislativo: determinando l'espulsione dei dissidenti dall'attività dell'assemblea. L'oggetto del dissenso sarebbe principalmente l'articolo 120-quinquesdecies di nuova introduzione nel Testo Unico Bancario (D.L.vo 385/1993), già perché la direttiva sui mutui verrebbe adottata nel nostro Paese con l'introduzione di 14 nuovi articoli (dal 120-quinques al 120-noviesdecies) nel TUB. L'articolo incriminato, su cui è montata la polemica, dà attuazione all'articolo 28 della MCD, che disciplina i casi in cui il consumatore sia in ritardo nei pagamenti delle rate di rimborso del credito e si proceda così all'avvio delle procedure esecutive. In particolare le parti del contratto possono convenire, al momento della stipula del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore, i proventi della vendita del bene immobile oggetto di garanzia reale, estinguano il debito, fermo restando il diritto del consumatore all'eccedenza eventualmente risultante. Mentre in assenza di questa clausola dall'accordo, nel caso i ricavi della vendita siano insufficienti alla copertura del debito residuo, sarà il debitore obbligato al pagamento dopo 6 mesi dalla conclusione dell'intera procedura esecutiva. Il valore dell'immobile verrebbe stimato da un perito scelto di comune accordo tra le parti dopo la conclamazione dello stato d'insolvenza del consumatore. I “Grillini” sostengono che questo comma: ovvero la possibilità di introdurre nel contratto la clausola di estinzione del debito con la vendita della casa, faciliti le banche nell'azione di esproprio dell'immobile in caso di inadempienza del debitore, che potrebbero procedere alla vendita del bene senza attivare il lunghissimo iter giudiziario. Inoltre lo stato di inadempienza si manifesterebbe dopo il mancato pagamento di 7 rate ora corrette a 18 dopo le proteste Parlamentari.
In realtà il provvedimento normativo (atto 256 del Governo i cui contenuti sono sintetizzati nell'ottimo dossier del servizio studi parlamentari) contiene tante altre disposizioni che dovrebbero favorire il flusso informativo e la tutela dei consumatori introducendo maggiore trasparenza nei contratti di mutuo per l'acquisto della casa, d'altronde la finalità della Direttiva sarebbe proprio quella di garantirci un elevato livello di protezione.
Ora la parola passa al Senato i cui organi consultivi dovranno esprimere un parere sull'atto normativo prima dell'approvazione definitiva fissata per il 21 marzo 2016.

mercoledì 2 marzo 2016

Cure odontoiatriche: da Vitaldent all'inchiesta Smile

Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l'assistenza odontoiatrica ai bambini e ragazzi fino a 14 anni di età, alle persone con particolare vulnerabilità sanitaria e sociale e a tutti i cittadini per il trattamento delle urgenze. Per accedere alla prestazione è necessaria la prescrizione del medico di famiglia […]. Così recita il sito web del Ministero della Salute, ma in realtà quanti di noi, in caso di interventi di cura al cavo orale, ricorrono alle strutture pubbliche? Già nel 2001 un'inchiesta giornalistica del programma Report, evidenziava che meno del 7% dei pazienti con problemi dentali e di questo solo l'1%, riuscisse a portare a termine l'intero ciclo di cure in una struttura pubblica, il servizio odontoiatrico pubblico presenta gravi inefficienze. La realtà è che la maggior parte di noi, quando si tratta di cure dentali, vuoi per abitudine, per convenienza, comodità, cultura o altro, preferisce scegliere tra i numerosissimi professionisti privati che offrono le loro prestazioni sul libero mercato. Tali scelte determinano però ingenti costi economico-sociali: le tariffe dei servizi odontoiatrici privati possono superare di 5 volte quelle pubbliche Nazionali, ed il rischio d'incappare in medici dentisti improvvisati o dal codice etico assai discutibile è sempre più elevato.
I due casi spunto del titolo, sono due facce della stessa deteriorata medaglia: nel primo: in Vitaldent emergono tutte le storture e le pieghe inaspettate che può assumere l'attività odontoiatrica in un settore privato privo di regole e controlli; mentre il secondo mostra l'indeclinabile stile italico votato alla corruzione ed al malaffare nella gestione dei beni e dei servizi pubblici.
Vitaldent: la catena di cliniche dentali più diffusa in Spagna (se ne contano 350) ed anche in Italia (100), è balzata agli onori delle cronache per l'arresto del suo fondatore: l'uruguaiano Colman Meno Ernesto, avvenuto il 16 febbraio 2016 in terra Iberica con l'accusa di riciclaggio e distrazione di capitale sociale. Il modello societario adottato anche in Italia, per l'esercizio della professione odontoiatrica, prevede la creazione di specifiche società a responsabilità limitata, con esiguo capitale sociale versato: nell'ordine delle decine di migliaia di euro, che hanno lo scopo di organizzare (affittando i locali, l'attrezzatura, assumendo il personale amministrativo paramedico e medico ecc...) la tipica attività di uno studio dentistico. Queste società si affiliano mediante appositi accordi in franchising alla capogruppo Vitaldent e sono autorizzate ad operare sotto il noto marchio. I guai cominciano quando la società cessa l'attività odontoiatrica ed i pazienti che avevano già pagato in anticipo tutte le cure/prestazioni dentali (in contanti o con l'accensione di finanziamenti) si trovano con i lavori parzialmente o malamente eseguiti. Cliniche di tal genere fioriscono sempre più numerose nelle nostre città.
Smile l'inchiesta: qui il già vituperato sistema odontoiatrico pubblico subisce un ulteriore declassamento qualitativo, per dirottare i pazienti verso il sistema privato: liste d'attesa artatamente allungate e prestazioni di infima qualità, hanno assestato il colpo di grazia ai servizi odontoiatrici fornite dalle aziende ospedaliere Brianzole. Artefice del marchingegno l'imprenditrice Monzese Paola Canegrati, che grazie ad attività illecite di corruzione e concussione ai danni del consigliere regionale Lombardo Fabio Rizzi (autore dell'attuale riforma sanitaria Lombarda), riusciva a vincere, con le proprie aziende, le gare di appalto per l'affidamento del servizio odontoiatrico ospedaliero.
I tempi sembrano maturi per illuminare pienamente il settore odontoiatrico Nazionale e riformarlo con criteri etici, efficienti ed economici.