mercoledì 17 febbraio 2016

Servizi di pagamento: bonifici; carte e Rid

La direttiva Europea 2007/64 Ce sui servizi di pagamento, nota anche con l'acronimo PSD (Payment Services Directive), ha la finalità di armonizzare in tutti i paesi dell'Unione Europea regole e diritti disciplinanti i rapporti commerciali tra utenti e prestatori di servizi. Nel nostro ordinamento la sua attuazione è avvenuta con il Decreto Legislativo 11/2010, che ha introdotto importanti novità nel panorama bancario finanziario: dall'identificazione del conto corrente mediante il codice IBAN (un codice alfanumerico di 27 cifre) che permette l'individuazione internazionale di uno specifico conto di pagamento e per semplificare: date di accredito e di valuta certe per le operazioni di trasferimento fondi (bonifici), alle maggiori tutele nell'utilizzo di carte di credito e Pagobancomat. Prima però di analizzare i benefici che la norma ha adottato a favore dei consumatori, ma più in generale per gli utilizzatori di servizi di pagamento, è opportuno richiamare alcune definizioni, che lo stesso decreto legislativo elenca: su quali siano i soggetti e le attività da essi svolte regolate dal provvedimento. Iniziamo con la definizione di Sistema di pagamento: è un sistema di trasferimento di fondi (per fondi s'intendono: banconote e monete; moneta elettronica e moneta scritturale) che avviene attraverso meccanismi di funzionamento formali e standardizzati basati su regole comuni per il regolamento e la compensazione delle operazioni di pagamento. Nel sistema di pagamento sono compresi i servizi di pagamento: ovvero l'attività di prelievo o deposito di contante nonché lo svolgimento di tutte quelle operazioni richieste per la gestione di un conto corrente anche mediante l'utilizzo di carte di pagamento o strumenti simili detti appunto strumenti di pagamento. Ed infine veniamo all'individuazione degli attori che svolgono questi servizi: i prestatori dei servizi di pagamento, che possono essere Istituti di moneta elettronica, banche, Poste Italiane S.p.a, la Banca Centrale e quelle Nazionali quando svestono i panni di Autorità monetarie e le pubbliche amministrazioni statali, regionali e locali quando smettono il ruolo pubblico assegnatogli. L'articolo 7 del D.L.vo 11/2010 indica gli obblighi che l'utilizzatore dei servizi di pagamento deve adottare nell'utilizzo degli strumenti di pagamento, che dovrà avvenire nel rispetto di quanto stipulato e previsto nel contratto quadro regolatore del servizio, a tal fine custodirà in totale sicurezza i mezzi personalizzati che ne consentano l'utilizzo: quali per esempio i codici di accesso all'operatività del sistema (banca on-line), o il PIN delle carte. Nell'articolo seguente sono elencati invece gli obblighi a carico del prestatore di servizi in relazione agli strumenti di pagamento e tra questi assicurarsi che i sistemi siano sicuri: ossia inaccessibili ad utenti diversi dall'utilizzatore designato, dovrà astenersi dall'inviare al consumatore strumenti non richiesti ecc...Nel caso di operazioni non autorizzate o effettuate in modo inesatto, l'utilizzatore dei servizi di pagamento dovrà comunicare al prestatore (banca, istituto, poste ecc...) il disconoscimento dell'operazione entro 13 mesi dalla data di addebito/accredito errato. Sarà onere del prestatore dei servizi di pagamento dimostrare che l'operazione di pagamento sia stata autenticata, correttamente registrata e contabilizzata. Nel caso di pagamenti ricorrenti Rid ora Sepa, l'utilizzatore ha 8 settimane di tempo, dalla data di addebito, per richiamare il bonifico ed entro 10 giorni la banca dovrà accreditargli l'importo. In caso di controversia o di mancato rispetto delle norme, si potrà ricorrere con esposti alla Banca d'Italia o adire l'Arbitro Bancario Finanziario, senza pregiudicare tuttavia la possibilità di rivolgersi all'Autorità Giudiziaria.

mercoledì 10 febbraio 2016

Povertà e Carità

L'Istituto Nazionale di statistica (Istat) definisce la soglia di povertà assoluta il valore monetario, a prezzi correnti, attribuito al paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, classificata in base al numero e all'età dei suoi componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza [...]. Perciò una famiglia è definita assolutamente povera se sostiene una spesa mensile pari o inferiore a tale valore monetario. Il paniere considerato essenziale è costituito da 3 macrocomponenti: alimentare, abitazione e residuale (vestirsi, muoversi sul territorio, istruirsi, informarsi ecc...) ed in funzione della composizione del nucleo familiare e della sua area territoriale di residenza: nord; centro e mezzogiorno e dell'ampiezza del Comune in cui dimora: area metropolitana (oltre 250 mila abitanti); grande comune (tra i 50 mila e i 250 mila abitanti) o piccolo Comune (con popolazione residente inferiore a 50 mila unità), il calcolo del valore soglia originerà risultati diversi tra loro. Le stime diffuse dall'Istat quantificano in 1 milione e 470 mila le famiglie Italiane che si trovano in uno stato di povertà assoluta, pari al 5,7% di quelle residenti totali, equivalenti a 4 milioni e 102 mila persone, concentrate nel mezzogiorno del Paese dove la percentuale sale all'8,6%. Quante sono invece nella nostra provincia le famiglie considerate assolutamente povere? Il dato specifico disaggregato non risulta disponibile, però potremmo calcolarlo dai valori statistici percentuali Istat forniti per l'area geografica Nord della Nazione, in cui le famiglie povere sono il 4,2 % delle residenti e proporzionarli agli abitanti del nostro territorio: che al I gennaio 2015 erano 862.684, organizzati, possiamo supporre, in circa 310 mila nuclei familiari. Ipotizzando un'incidenza del 4,2% stimeremmo in circa 13 mila famiglie quelle sotto la soglia di povertà assoluta, tra cui si dovranno naturalmente distinguere le diverse intensità di povertà. Il dato è tuttavia incerto mancando l'ufficialità della fonte.
L'osservatorio Diocesano delle Povertà e delle risorse (Centro di ricerche e studi della Caritas Ambrosiana) con la sua pubblicazione dei dati suddivisi nelle 7 zone pastorali in cui è articolato l'ente (quella di Monza è la quinta) e relativi alle richieste di assistenza ricevute nei propri centri di ascolto (differenziate per tipologie di bisogni), ha rilevato un incremento di attività da parte dei cittadini Italiani, che nella nostra zona si sono rivolti alla Caritas in 736, risultando il 38,7 % su un totale di 1.902 contatti, aumentati di 130 unità rispetto all'anno precedente: il 2013. La prima richiesta rivolta ai 7 centri del territorio è la fornitura di beni materiali e servizi: sono gli alimentari che soddisfano il principale bisogno richiesto.
Questo post avrebbe la pretesa di stimolare un approfondimento politico-economico-sociale sull'origine della ricchezza e della sua distribuzione su scala provinciale.

mercoledì 3 febbraio 2016

La legge annuale per la concorrenza e il mercato

Tra i volumi che raccolgono gli atti normativi promulgati dagli organi costituzionali dello Stato e conservati nell'archivio centrale Nazionale, ce n'è uno a cui il governo, nella fattispecie il Ministro dello Sviluppo Economico: Federica Guidi, ha deciso di dedicare la giusta attenzione. La norma oggetto di nuovo spolvero era sepolta dal 23 luglio 2009 ed è la legge numero 99, che tra le disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, prevede, all'articolo 47 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza), la presentazione da parte del Governo su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, alle Camere, il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza. Entro sessanta giorni dalla trasmissione al Governo della relazione annuale dell'Autorità della concorrenza e del mercato (adempimento da svolgere entro il 31 marzo di ogni anno a partire dal 15 agosto 2009), l'Esecutivo presenterà al parlamento il disegno di legge in parola con il fine di rimuovere gli ostacoli regolatori all'apertura dei mercati, di promuovere lo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei consumatori [...]
Per la prima volta da quando il provvedimento è in vigore ovvero dal 15 agosto 2009, il Governo attualmente in carica: il Renzi-I, ha finalmente eseguito il dettame legislativo ed il 3 aprile 2015 il disegno di legge per l'adozione della legge annuale per il mercato e la concorrenza, ha iniziato il suo iter di conversione in legge alla Camera dei Deputati, da cui è uscito con alcune modificazioni rispetto al testo Ministeriale. Il 7 ottobre 2015 ha iniziato il suo corso nell'altro ramo del Parlamento: il Senato, in cui  ora è all'esame (al 28 gennaio 2016) della decima commissione permanente Industria, Commercio, Turismo.
Tra i settori trattati dal ddl si trovano: i fondi pensione; le assicurazioni; le comunicazioni e i servizi postali; l'energia e la distribuzione dei carburanti e gas naturale; le banche e le professioni; la distribuzione farmaceutica, insieme a rifiuti, servizi pubblici locali, trasporto pubblico, porti e aeroporti. Le novità introdotte in ciascun settore saranno oggetto di approfondimento nei prossimi articoli quando la normativa sarà promulgata, per il momento non resta altro da fare che seguire i lavori parlamentari.