mercoledì 2 novembre 2016

Veneto Banca, mini-dossier

I più autorevoli organi d'informazione economico finanziaria, da alcuni anni, ci raccontano le vicende che hanno tracciato e tuttora segnano la storia della più nota banca territoriale del Nord-Est: Veneto Banca. Questa Banca popolare, originariamente organizzata nella forma di società cooperativa per azioni, è stata fondata a Montebelluna (Tv) nel 1877 ed è stata protagonista, durante la sua crescita aziendale, sviluppatasi prevalentemente nella seconda metà del secolo scorso, di importanti acquisizioni di istituti di credito Italiani ed esteri. L'espansione economica della società, costellata, come detto, da una forte propensione all'incorporazione di altre banche, è stata guidata, nella sua gestione pluriennale (dal 1997 al 2014), da Flavio Trinca nel ruolo di presidente del Consiglio di Amministrazione e da Vincenzo Consoli in quello di Amministratore Delegato della banca. Gli splendidi anni duemila hanno macinato una montagna di ricchezza, distribuita tra i soci a suon di continui aumenti di valore del prezzo dell'azione deliberato ad ogni scadenza di assemblea annuale, con la contestuale distribuzione d'ingenti dividendi come fossero coriandoli. Sì perché il costo delle azioni Veneto Banca S.c.p.a., classificati dalla Consob tra il gruppo di strumenti finanziari diffusi tra il pubblico ma non quotati sul mercato regolamentato (sulla Borsa Valori), era determinato dal Consiglio di Amministrazione della Banca e sottoposto all'approvazione dell'assemblea dei soci. Le azioni erano negoziate all'interno dell'Istituto e raggiunsero la maggiore diffusione nel 2012, quando alla fine dell'anno, risultarono iscritti sul libro soci della Banca 62.389 persone, detenenti azioni valutate 40,75 € ciascuna: il massimo valore mai raggiunto.
Il declino. Il sole sopra l'istituto Veneto ha smesso di splendere nei primi giorni di agosto 2013, quando un'ispezione dell'Organo di Vigilanza della Banca d'Italia, ha rilevato una sovra valutazione dei crediti esigibili iscritti nel bilancio della banca, ed ha imposto una loro rettifica, che avrà ovvie ripercussioni negative sullo stato patrimoniale della società cooperativa. Il 2014 è l'anno in cui diventano operative le regole di vigilanza Europee volte alla creazione di un'Unione Bancaria continentale sottoposta allo stretto controllo della Banca Centrale Europea, a cui la Veneto Banca dovrà sottostare per l'importante ruolo rappresentato all'interno dell'intero sistema creditizio. Gli indicatori economici di riferimento imposti dalla Bce sono stringenti ed impongono alla banca un aumento di capitale e l'aggregazione con altri Istituti creditizi. Il risultato netto di bilancio, nel 2014, risulta in rosso per 96,1 milioni di euro ed il valore dell'azione viene diminuito a 39,50 €. L'assemblea dei soci cambia la governance della società: Francesco Favotto diventa il nuovo presidente di Veneto Banca, ed il nuovo C.d.A. interamente rinnovato: Crisitano Carrus sostituirà Vincenzo Consoli nel ruolo di A.d., avrà il compito di attuare il nuovo piano industriale denominato Progetto Serenissima e costituito da tre principali linee guida: trasformazione societaria: dalla forma cooperativa a quella canonica per azioni (da S.c.p.a a S.p.a); aumento di capitale per 1 miliardo di euro e contestuale quotazione sul mercato telematico della borsa valori. Con questi propositi da attuare nel 2016, il 2015 viene archiviato con un valore azionario di 30,50 € e la notizia trapelata dalla Procura della Repubblica di Roma, dell'avvio di un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza a carico di Trinca e Consoli con l'accusa di aggiotaggio ed ostacolo all'attività di vigilanza.
La cronaca recente. Nell'assemblea dei soci convocata per il 19 dicembre 2015 viene approvata la trasformazione societaria in Società per Azioni, ed è conferito mandato al C.d.A di aumentare il capitale sociale di almeno 1 miliardo di euro entro il primo semestre 2016. Il 5 maggio scorso, in occasione dell'annuale sessione per l'approvazione di bilancio, l'assemblea ha certificato una perdita pari a 882 mln € ed il 30 giugno, il fondo Atlante (fondo mobiliare chiuso) gestito dalla S.g.R. (società di gestione del risparmio) Quaestio Capital Management, è diventato il maggior azionista di Veneto Banca con il 97,64 % del capitale azionario ed ha incaricato un nuovo C.d. A., presieduto da Beniamino Anselmi, in cui Cristiano Carrus ha mantenuto la poltrona di consigliere delegato. La perdita certificata nella relazione semestrale di cassa (al 30 giugno 2016) si attesta a 259 mln €: in miglioramento rispetto alla precedente gestione annuale. Il prossimo 16 novembre sarà convocata un'assemblea straordinaria dei soci per deliberare l'azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori: Trinca e Consoli in primis .